«Bambini alla manifestazione per la pace: non siamo di fronte ad alcuno scandalo»

La lettera di Stefano Taravella

Il Presidente dell’Associazione Lodi Liberale nonché consigliere comunale Lorenzo Maggi, in una lettera pubblicata sul Cittadino il 28 febbraio con contestuali passaggi sui social ed echi in tv nazionali, discetta amabilmente sulla manifestazione per la pace tenuta a Lodi il 25 febbraio e sul pacifismo in generale. Per la verità non esprime idee molto originali e neanche nuove, poiché quand’era assessore, con le stesse argomentazioni aveva rifiutato di aderire ad un progetto promosso da Unitre sul centenario della Prima guerra mondiale, tant’è che Lodi, a differenza di altri 40 comuni del Lodigiano, non si fregia di una targa al Monumento ai Caduti con sopra riportato “L’unica, vera, grande Vittoria è la Pace”. Ma si fa sempre in tempo a riparare errori e colmare lacune e l’invito caloroso è rivolto all’attuale Amministrazione Comunale.

Non è tuttavia sulla guerra in Ucraina che vorrei disputare, ci sono opinioni diverse, tutte ugualmente legittime ed io ho la mia. Vorrei invece riprendere alcuni aspetti di quella lettera che mi toccano più da vicino. Maggi giudica scandaloso che ci fossero dei bambini in quanto si trattava di una manifestazione di parte e asserisce, con scarsa attinenza al vero per altro, che erano stati “evidentemente portati in piazza dalla loro maestre”.

No, le maestre non c’entrano affatto, perché i bambini presenti alla manifestazione, pochi in verità, erano accompagnati dai loro genitori o dai nonni come nel caso dei miei nipotini. Se portare dei bambini ad una manifestazione pacifica per la pace, se educarli con responsabilità e autorevolezza a scegliere la “parte” giusta, se cercare di far loro capire che con le armi non si risolvono le questioni, se... se... se tutto questo è ritenuto scandaloso, allora rivendico il mio ruolo di nonno che dà scandalo. Uno scandalo tuttavia che non turba la suscettibilità e l’innocenza dei piccoli,ma le incrostazioni e i pregiudizi dei grandi. In quanto alla strumentalizzazione dei bambini, argomento molto delicato e complesso, nessuno giustamente ha avuto a che dire quando, per rimanere su Ucraina e dintorni, molti bambini, fra cui sempre i miei nipotini, hanno partecipato ad una imponente fiaccolata promossa meritoriamente dall’associazionismo cattolico subito dopo l’aggressione da parte della Russia. Anche quella manifestazione era di parte, tutte lo sono e l’accusa di strumentalizzazione non può scattare solo quando la parte non è la propria.

C’è poi un richiamo alla scuola,la quale dovrebbe, secondo Maggi, insegnare ai bambini a ribellarsi concretamente alla violenza perpetrata. A prescindere dal fatto che gli studenti non hanno bisogno di essere instradati alla ribellione (ci pensano da soli) ci sono stati dei maestri che hanno da sempre insegnato la strada per combattere la violenza. “Se verrà la guerra” si cantava con Marcondirondello “ci salverà il soldato che la guerra non farà” e ancora “...ci sono cose da non fare mai, nè per mare, nè per terra; per esempio, la guerra”.

Ma forse non c’è bisogno di De Andrè o Gianni Rodari, maestri del pensiero libero, perché anche giganti del pensiero liberale (molto caro al nostro) come Silvio Berlusconi ed Herry Kissinger sono nettamente contrari al reiterato invio di armi in Ucraina, così come la maggioranza degli italiani.

Se ne faccia una ragione, consigliere Maggi.

Stefano Taravella

Lodi

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