«Bambin Gesù danneggiato a Borgo: l’episodio ci ha fatto male ma è spunto per la riflessione»

Il commento del parroco don Sangalli e del consiglio pastorale

La mattina di lunedì 26 dicembre a Borgo San Giovanni nella capanna allestita in piazza della chiesa è stata ritrovata la statua di Gesù bambino danneggiata e rotta. Tale scoperta, come è ovvio che sia, ha lasciato molte persone addolorate, allibite ed anche indignate e qualcuno si è commosso fino alle lacrime.

Tale gesto non poteva che provocare queste reazioni insieme ai moti più istintivi che vorrebbero la ricerca (che avrà il suo corso) del o dei responsabili, accompagnati anche dall’atteggiamento prudenziale di ricoverare al “sicuro” durante la notte la nuova statua che abbiamo provveduto ad esporre.

Ma come consiglio pastorale parrocchiale abbiamo sentito l’esigenza di non fermarci al primo impulso e giovedì 28 ci siamo riuniti per riflettere insieme sull’accaduto e su quali passi provare a muovere affinché tutto ciò possa diventare occasione di riflessione per tutti per giungere al fine che fatti simili non accadano più.

Allora emergeva in noi la consapevolezza che quei primi moti istintivi sono insufficienti, in quanto si fermerebbero alla superficie delle cose tentando al massimo di “curare” dei sintomi e rischiano di non far affiorare le vere domande che, ne siamo consapevoli, esigono risposte ponderate, non semplicistiche e lavoro a medio-lungo termine.

Ovvero: come singoli e come comunità cristiana e civile quali sono le conversioni, le scelte nuove che dobbiamo operare? Quali sono le strategie educative da mettere in campo da parte di tutti noi senza demandare solo alle figure istituzionali (parroco, sindaco, carabinieri, scuola…)? Come allora tornare a sentirci «tutti responsabili di tutto» (cfr. don Lorenzo Milani in “Lettera ai giudici”)?

Ma soprattutto emergeva in noi la consolante consapevolezza che quei moti istintivi non rispettavano nemmeno la volontà di quel Dio che si fa uno di noi: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Così l’evangelista Giovanni “sintetizza” la nascita di Gesù non raccontando più come si sono svolti i fatti, ma dandoci il senso profondo di quegli stessi fatti: Dio, in Gesù sua Parola (Verbo il latino), si è fatto veramente uno di noi assumendo la nostra carne, che nel linguaggio biblico non indica solo la carne e le ossa di cui siamo composti, bensì tutta la nostra fisicità, ovvero la nostra “carne” è ciò che ci permette di essere in relazione con gli altri uomini, con gli altri esseri viventi, con tutto il creato e, ovviamente, con Dio. Inoltre, «venne ad abitare in mezzo a noi». Il che significa che con un atto definitivo (quel “venne” indica questo in greco) Dio non solo ha assunto la nostra carne, ma ha voluto immergersi totalmente nella nostra realtà una volta per tutte e per sempre, cosicché nulla potrà più cambiare questa realtà.

Da qui le nostre decisioni di lasciare la nuova statua di Gesù bambino in piazza, perché ognuno possa contemplare e continuamente riscoprire nel Dio fatto uomo in mezzo a noi la vera e piena immagine di se stesso.

Inoltre, vogliamo offrire un gesto di intercessione e di perdono, ancora rispondendo ad una parola del vangelo quando Gesù perdona e guarisce un paralitico “avendo visto la fede di coloro che l’avevano trasportato” davanti a Lui (cfr. Mc 2,5). Così domenica 8 gennaio durante la messa delle ore 11,00 pregheremo il Signore di aiutarci a ritrovare e camminare sulla strada del suo amore illuminandoci sulle scelte che saremo chiamati a compiere come singoli, famiglie e comunità.

don Alfredo ed il consiglio pastorale parrocchiale

Borgo San Giovanni

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