ALBERI «Dal Comune ancora nessuna risposta alle mie quattro domande sull’ambiente»

Sul verde la nuova sollecitazione di Massimiliano Innocenti

L’8 febbraio scorso, tramite posta certificata, come cittadino ho inviato al settore di competenza del comune di Lodi una istanza per avere informazioni su alcune questioni che riguardano la programmazione e la gestione del verde pubblico urbano e in particolare sugli obblighi previsti da alcune norme nazionali e dispositivi locali.

A oggi purtroppo non ho ricevuto alcun riscontro né risposta nei tempi di legge (241/90). Ho deciso quindi di chiedere ospitalità alla rubrica delle lettere del «Cittadino», certo del fatto che, ormai troppo spesso, per chi dirige e amministra gli enti locali, la pubblica reputazione costituisca una leva decisamente più efficace di qualsiasi norma generale, regolamento comunale o dichiarazione politica in materia di trasparenza e partecipazione. In più, nel Lodigiano è ormai opinione diffusa che incida più «il Cittadino» (inteso come testata giornalistica) che il Codice. Per aumentare le chance di ottenere le risposte dovute dall’ente, ho quindi deciso di chiedere spazio al suo direttore, anche perché le ritengo pertinenti rispetto al dibattito in corso in città su alberi, verde, ecc.

Entrando nel merito, i temi dell’istanza riguardano le modalità di attuazione, valutazione e monitoraggio degli adempimenti imposti ai comuni in applicazione della legge n. 113/1992, modificata con l.n. 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, la conseguente pubblicazione della “Strategia Nazionale del Verde Urbano” nonché degli strumenti urbanistici comunali e attuativi vigenti a Lodi.

Quattro le richieste, di seguito elencate.

1. Ai sensi dell’art. 1 comma 1 della legge n. 113/1992, i comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, entro 6 mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente e minore adottato, devono provvedere a porre a dimora un numero equivalente di alberi. Questa norma è disattesa o applicata a singhiozzo dalla maggioranza dei circa 500 comuni italiani con più di 15 mila residenti. Ma non tutti sono rimasti inerti e anche quelli che hanno un numero di residenti equiparabile o superiore a Lodi, tra questi Padova e alcuni comuni della sua provincia, diversi comuni dell’Emilia come Piacenza e Sassuolo, della Toscana come Firenze, Siena e Prato, ma anche del milanese Cernusco sul Naviglio, Settimo e San Giuliano. Considerando i dati disponibili sulle nascite nel comune di Lodi, nel periodo compreso tra dicembre 1992 e dicembre 2021 (ISTAT) parliamo di almeno 6.552 nuovi alberi, un numero che costituisce il 70% dell’intero patrimonio arboreo comunale, che è di circa 9 mila esemplari di differenti età, varietà, altezza. Per questo, si chiedeva di conoscere il numero esatto dei nuovi impianti realizzati dal ’92 ad oggi e la loro puntuale localizzazione.

2. Il comma 2, articolo 1 della stessa legge prevede che entro 2 mesi prima della scadenza naturale del mandato del sindaco e dell’eventuale autorità subentrata (il commissario), ogni comune è obbligato a provvedere alla pubblicazione del Bilancio arboreo, dove riportare il numero di nuovi alberi piantati nel territorio comunale nel corso del mandato amministrativo. Si chiedeva conto dei bilanci arborei presentati e di ricevere indicazioni circa le modalità di consultazione degli atti conclusivi di ben dieci mandati: 1993 (sindaco Magrini + commissario prefettizio), 1995 (sindaco Segalini-Lussardi + commissario prefettizio), 2000 (sindaco Ferrari), 2005-2013 (sindaco Guerini + commissario prefettizio) 2017 (sindaco Uggetti + commissario prefettizio), 2022 (sindaco Casanova).

3. Sempre la stessa norma, all’art. 3 – bis si prescrive che entro 1 anno dalla data di entrata in vigore della legge, ciascun comune provvede a censire e classificare gli alberi piantati nell’ambito del rispettivo territorio in aree urbane di proprietà pubblica. La richiesta formulata riguardava le modalità di accesso ai Censimenti arborei finora realizzati dal comune di Lodi.

4. Sull’intero territorio comunale, in applicazione all’art. 9 delle norme del Piano delle regole, dall’entrata in vigore del PGT vigente (2011), ogni intervento edilizio di tipo diretto (SCIA o permesso di costruire) e indiretto (piano attuativo) è obbligato a concorrere all’incremento del patrimonio vegetale della città. Il meccanismo, utilizzato in tanti altri comuni, consiste nell’applicazione di un parametro commisurato ai metri quadri delle superfici coinvolte, obbligando l’operatore alla messa a dimora di un numero minimo di alberi e arbusti nell’area di intervento o, in alternativa, su aree esterne, purché pubbliche e indicate dal comune. Ad esempio, questo meccanismo è stato applicato anche ai 3 principali piani attuativi degli ultimi 10 anni, già approvati: ex ABB (2014), ex Pharmagel (2015) e Coop viale Pavia (2017). Questi tre interventi hanno (o avrebbero dovuto?) imporre agli operatori la formazione di ben 3.508 nuovi impianti (1.170 alberi e 2.338 arbusti), con garanzia di attecchimento di 2 anni. In questo caso, la richiesta riguardava le modalità con le quali è possibile accedere agli atti amministrativi che riportano la contabilità parziale e totale degli impianti realizzati con il meccanismo citato, l’individuazione puntuale degli esemplari su aree interne al comparto o esterne e comunali e il loro attuale stato di conservazione.

Massimiliano Innocenti

Lodi

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