«Ai nostri alunni la mensa propone dei piatti assurdi!»

I piatti offerti ai bambini nei menu ancora nel mirino, la lettera di una mamma al Comune di Lodi

Spett.le Comune di Lodi,

dopo due settimane di quasi completo digiuno di mia figlia, iscritta al primo anno di scuola elementare (così si chiamava alla mia epoca) Don Gnocchi di Lodi, mi permetto di scrivere questa lettera aperta nella speranza di stimolare un immediato cambio della proposta culinaria messa in tavola (o meglio, sul banco di classe!) .

In un momento di particolare difficoltà per i piccoli alunni, costretti a rispettare le più innaturali, e talvolta inutili, restrizioni anticovid, ritengo ingiusto infierire anche nel momento del pranzo.

Momento che, anche in periodi non emergenziali, generazioni intere di studenti hanno sempre vissuto con una certa apprensione.

E questo semplicemente perché, a mensa, non c’è mai stato il piatto preferito che solo la mamma o la nonna sapevano cucinare.

Ma tra quelle agognate bontà e i piatti assurdi (per quanto sani e nutrienti) che costituiscono l’offerta mensa scolastica del Comune di Lodi, c’è una distanza abissale.

Mi si stringe il cuore a pensare alla mia bambina, di nemmeno 6 anni che, costretta nel piccolo banco della classe, si vede servire, a seconda dei giorni:

risotto con carote;

pasta aglio, olio e prezzemolo;

pasta alla norma;

farro al pomodoro e legumi;

gnocchetti sardi pomodoro e fagioli

pasta pomodoro e lenticchie;

pasta integrale pomodoro e ceci;

pasta pomodoro e fagioli;

risotto con asparagi;

polpettone di lonza;

pesce spada alla liparese;

farfalle zucchine e curcuma.

Per non parlare del giovedì della terza settimana del mese in cui viene servito, come primo piatto: insalata verde; come secondo piatto: insalata di ceci e sedano.

Ma siamo seri?!

Ma veramente i soldi di noi genitori vengono sprecati con questi piatti che mia figlia e mille altri bambini come lei, non riusciranno mai a mangiare per il disgusto provocato da certi sapori e soprattutto, da certi abbinamenti?

E a fine pasto? Qualcuno si chiederà, ci sarà pure un po’ di sollievo per questi bambini?

La risposta è no, purtroppo.

Perché da quest’anno la frutta viene servita intera e non sbucciata (ennesima cautela assurda), finendo dritta nello zaino dell’alunno.

Ma voi vi immaginate i poveri bambini di prima elementare azzannare una mela senza incisivi o con denti traballanti, come è tipico di questa età?

O togliere la buccia della pera o del kiwi con le mani? La “banana equosolidale”, solidalmente offerta dopo il riso al rosmarino e una sola volta al mese infatti, non serve a lenire gli affanni di tante battaglie con il cibo.

Cari Signori, questa emergenza ha fatto emergere la totale mancanza di buon senso che ci vorrebbe in ogni cosa, a partire dalle più semplici.

Penso che sia nostro dovere cercare di far vivere ai nostri bambini il momento difficile che stiamo attraversando, nella maniera meno drammatica possibile. La mascherina indosso, la distanza dai compagni di classe, le finestre aperte con il rischio di raffreddamento (e polmonite batterica, non da COVID), sono già un supplizio. Non carichiamoli di altri inutili pesi e cerchiamo di regalare loro un po’ di normalità, almeno a tavola.

Proprio così, NORMALITA’ !!

Qualcosa che, con la scusa (e non solo a causa) del Covid, questo Paese sta completamente dimenticando. Vi pare normale che “causa Covid”, in caso di disgusto (più che giustificato) agli alunni lodigiani sia concessa come alternativa la sola pasta bianca? Ma cosa c’entrano Covid e pasta bianca, con tutto quello che i bambini si vedono normalmente servire in tavola?

In conclusione ritengo, soprattutto in un contesto sociale come questo, che debbano essere i genitori ad educare i figli alla buona tavola e alla cultura del cibo. Se lo vorranno.

Alla scuola invece il compito di tutelare la serenità dei bambini, prima di ogni altra cosa e addirittura prima della didattica in senso stretto, facendo arrivare loro il calore e la vicinanza delle persone grandi che li accudiscono, regalandogli almeno qualche certezza, magari all’ora di pranzo.

Mi auguro quindi che l’offerta alimentare venga rivista completamente introducendo, come ho visto in altre scuole lodigiane, piatti semplici della cultura culinaria dei nostri bambini e togliendo dalla tavola (ops, dal banco!), piatti che nemmeno noi grandi riusciremmo a mangiare volentieri.

Cordiali saluti

Mamma Alessandra

Lodi

Che dire, mamma Alessandra, ha ragione da vendere! Aspettiamo la risposta del Comune e confidiamo nel buon senso.

L.R.

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