AGRICOLTURA «Comprendiamo le ragioni della protesta: siamo stati i primi a criticare la riforma Pac»

La presa di posizione di Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza

Meritano attenzione e ascolto i manifestanti che in queste ore stanno esprimendo pacificamente il proprio dissenso nei confronti di un sistema di regole troppo distanti dalle reali esigenze del mondo agricolo. L’esasperazione degli agricoltori, trasformata in protesta in molte zone del Paese, e ora anche del nostro territorio, affonda le radici negli obiettivi del Green Deal europeo, condivisibili in linea teorica, ma da riformulare completamente all’atto pratico, per trovare un punto di equilibrio tra sostenibilità ambientale ed economica.

Comprendiamo le ragioni della protesta e la decisione di chi ha aderito. Il comparto è unito dall’urgenza di direzionare la sensibilità della politica e della società sulle condizioni di precarietà economica in cui versa, tuttavia, la scelta della nostra organizzazione è stata, come sempre, quella del confronto istituzionale, anche duro e serrato, con il Governo e l’Europa. Siamo convinti, infatti, che i problemi si risolvano innanzitutto partecipando e portando istanze ai tavoli di trattativa.

Confagricoltura è stata la prima organizzazione a muovere critiche nei confronti della riforma della Pac, dichiarandola inadeguata rispetto alle esigenze di tutela del reddito agricolo. I fatti ci hanno dato ragione.

Oggi siamo al lavoro per ottenere tutti gli adattamenti possibili di questa normativa. Il primo risultato lo abbiamo raggiunto con i recenti chiarimenti arrivati dal Ministero dell’Agricoltura sulle modalità di applicazione della rotazione annuale obbligatoria dei seminativi prevista dalla Pac: un traguardo raggiunto anche grazie al lavoro della nostra organizzazione interprovinciale che ha raccolto oltre 300 firme per dare riscontri certi agli imprenditori. Questa è la dimostrazione della forza della costante interlocuzione con il Governo, oltre che con Regione, che ci differenzia dalla situazione di altri Stati.

I problemi, certo, anche in Italia non mancano. Pensiamo allo stop dell’esenzione Irpef agricola, che non è stata prorogata dalla Legge di bilancio 2024, a fronte di una perdita continua del reddito, o all’assenza di finanziamenti destinati all’irrigazione, in uno scenario climatico che volge all’inasprimento dei periodi siccitosi, e agli strumenti assicurativi per la gestione del rischio, o ancora alla burocrazia sempre più soffocante che impone ai nostri imprenditori - solo per fare un esempio tra tanti - di mantenere aggiornati quotidianamente almeno una decina di registri per la gestione di macchinari, dipendenti, bestiame, finanziamenti, trattamenti fitosanitari, e altri ancora, specifici per ogni tipo di produzione.

Anche su questi temi, imprimeremo un’accelerazione, perché guadagnino la prima posizione delle agende politiche. E così in Europa, ci muoveremo con la determinazione e l’incisività che ci hanno sempre contraddistinto e permesso di difendere la categoria e di rappresentarne le ragioni, portando a soluzioni concrete, un passo alla volta.

Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza

Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA