«Abbattimenti e potature di alberi: il Comune di Lodi cosa dice?»

La lettera di Layla Pensa

Bisogna arrestare al più presto il riscaldamento globale!

È questo il “ ritornello” che si sente quotidianamente alla radio, o alla televisione dove le immagini degli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più sconvolgenti.

Eppure… nessuno sembra essere interessato o almeno impressionato, tranne gli scienziati - non a caso i servizi si susseguono su Tg Leonardo il Telegiornale della Scienza e dell’ambiente - i quali, da almeno 20 anni, lanciano appelli sino ad ora inascoltati.

È di questi giorni la notizia che Greta Thunberg sarebbe stata fermata perché manifestava contro l’ampliamento di una miniera di carbone in Germania.

Ma, mi chiedo: non si continua a ripetere che i combustibili fossili (carbone, petrolio, metano) sono i principali responsabili del cambiamento climatico e dei disastri ambientali che ne derivano?

Perché allora continua la loro estrazione, nonché la rincorsa alla scoperta di nuovi giacimenti? Certo, è comprensibile che non si possa farne a meno dall’oggi al domani, ma se si investono risorse in questa direzione, non rimarrà nulla, o quasi, per incrementare le fonti rinnovabili.

La risposta è semplice: perché i grandi interessi economici legati ai combustibili fossili superano qualsiasi altra considerazione… è sempre stato così e sempre sarà sino a quando le perdite provocate dai danni non supereranno i profitti.

Allora cosa può fare un qualunque cittadino a rischio malattie per il forte inquinamento perché non ha la possibilità di andare spesso in località più salubri ? Non molto, si direbbe.

No! Non è così!

Se ogni cittadino, e soprattutto ogni amministratore di cosa pubblica, si preoccupasse di salvaguardare almeno l’ambiente in cui vive, evitando che vengano tagliate piante inutilmente (per Lodi, ad esempio, all’Isola Carolina, dove nell’arco di poco meno di 15 anni sono stati tagliati almeno un centinaio di alberi; circa un mese fa è stata distrutta completamente la flora lungo la scalinata Federico II; i giardini dell’Ospedale hanno subito una potatura devastante dei Cedri Deodara di via S. Cremonesi).

Se, ripeto, si rispettasse almeno l’esistente in tutte le realtà del Paese Italia, ecco che un sensibile contributo alla qualità dell’aria e alla salute dei suoi abitanti ne deriverebbe sicuramente.

Tutti (o quasi) sanno che è solo attraverso la chioma (fogliame o rami con aghi per le conifere) che avviene lo scambio anidride carbonica-ossigeno. Allora perché l’azienda ospedaliera che somministra ossigeno ai propri ammalati ha deciso di sottrarlo all’aria che ne circonda l’edificio ?

Per ragioni di sicurezza scrive l’Asst per giustificare lo scempio!

Ma sarebbe bastato informarsi anche leggendo un semplice manuale di botanica per capire che proprio tale distruzione dei rami e dunque della chioma dell’albero ne ha pregiudicato la sua stabilità. L’albero raggiunge il suo stato di benessere e ancoraggio al suolo quando vi è equilibrio di dimensioni tra le radici e la chioma. La potatura selvaggia che hanno subito i cedri li ha resi fragili e soggetti a caduta in misura notevolmente maggiore rispetto allo stato preesistente. E i rami tagliati non ricresceranno.

E c’è da chiedersi se sia stato rispettato il Regolamento del Verde per quanto attiene ai tagli (non conosciuti) che l’Azienda Ospedaliera dice di aver effettuato.

Analogamente la devastazione di alberi e arbusti effettata dalla Fondazione Cosway - che non ha neppure risposto e fornito spiegazioni - ha contribuito a rendere il pendio del colle Eghezzone esposto a smottamenti, perché sono le radici degli alberi che contribuiscono al consolidamento del suolo. Anche questa è nozione di carattere scolastico!

E, di fronte a tanta brutalità e distruzione del paesaggio urbano cosa dice il Comune di Lodi? Nessuna voce, mi risulta, si sia alzata quantomeno per esprimere dissenso e deplorazione.

È stato promesso l’interessamento nei confronti dell’invenzione presentata dalla Facoltà di botanica dell’Università di Firenze di un apparecchio in grado di misurare la stabilità di una pianta per evitare che venga tagliata per ragioni di sicurezza.

Possiamo sperare che si passerà dalle promesse ai fatti? Un simile strumento si rivelerebbe utilissimo per evitare il sacrificio di altri alberi come quelli di Via Trento e Trieste e via Gabiano.

Layla Pensa

Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA