LODI Scrittura creativa, poesie e colori per combattere il tumore e liberare le emozioni

Il laboratorio speciale dell’Alao per chi affronta un momento difficile

È la poesia che libera dalle paure e dagli incubi. Nasce dall’inconscio e dal vissuto personale. Lo stesso vissuto preso a morsi dalla malattia che quando arriva assale e può distruggere; si libera, invece, quando dà luogo alla creatività. Grazie al metodo del Caviardage messo a punto da Tina Festa e messo in pratica a Lodi dalla terapista occupazionale dell’Alao (Associazione lodigiana amici di oncologia) Valentina Pirola, le pazienti con un tumore si sentono meglio e riescono ad affrontare con serenità il percorso di cura.

«Alcune persone che fanno fatica ad esprimere il loro disagio - spiega la presidente dell’Alao Carla Allegri -, all’interno di questo gruppo di scrittura creativa che viene messo in campo dalla nostra associazione ogni anno, superano le difficoltà». Pirola, che da anni si occupa degli anziani, ultimamente ha approfondito gli aspetti creativi relativi alla relazione d’aiuto e in particolare proprio il Caviardage. «Si tratta di un metodo di scrittura creativa poetica che utilizza diverse contaminazioni - spiega la terapista -. Si parte da una pagina di libro, da un articolo di giornale o da un testo musicale. Viene chiesto alle partecipanti di collegarsi con la loro saggezza interiore, con le loro emozioni, la loro coscienza e si cercano le parole che vengono a galla in quel momento: le parole non mentono mai. È un’attività interiore e creativa. Il metodo diventa uno strumento di lavoro anche per se stessi, si può continuare poi a casa, una volta terminato il gruppo. Ciascun partecipante può sottolineare, per esempio, le parole che interessano e collegarle con un filo rosso, cancellare con un pennarello indelebile quelle che non servono, oppure semplicemente colorarle a proprio piacere. Alle parole viene dato un ordine, si possono ritagliare e incollare su un supporto pittorico».

Grazie a questo metodo le pazienti riacquistano autostima e riescono a distaccarsi dalla realtà del presente. «Le pazienti - ammette Pirola - si circondano di bellezza, imparano a concentrarsi su altro in modo creativo». Le poesie possono essere inserite in bottiglia, essere assemblate con foglie e fiori, utilizzate per costruire mandala. «Una volta le abbiamo collegate a dei sassi perché in alcuni casi bisogna “metterci una pietra sopra” - annota Pirola -. Abbiamo realizzato artigianalmente anche delle buste per custodire le nostre parole più preziose. Si possono utilizzare diverse tecniche. Chi partecipa poi si fa prendere dalla voglia di sperimentare e di mettersi in gioco. Le proprie parole si possono poi unire a quelle degli altri e costruire così delle poesie collettive». Nei gruppi, poi, si alimenta quella sinergia che serve a creare condivisione che gratifica tutti, la terapista e i suoi pazienti. «Ci si allena al bello - conclude Pirola -. Tina Festa insegna che siamo tutti poeti. La cosa importante è che per partecipare non serve alcuna competenza artistica né di altro tipo. Tutti si possono unire, in piena libertà». Per iscriversi a questo gruppo e agli altri dell’Alao, per pazienti e famigliari, telefonare allo 0371/420871.

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