Pietro Villa, l’angelo degli ultimi

Il 76enne di Melegnano è un volontario di frontiera, che ha fatto dell’aiuto agli altri la propria ragione di vita

«Quando le portai il pacco alimentare con latte, pane e generi di prima necessità, un’anziana mi accolse come un salvatore, da tre giorni non aveva nulla da mangiare». È solo una delle mille storie del 76enne di Melegnano Pietro Villa, l’angelo degli ultimi, il volontario di frontiera che ha fatto dell’aiuto al prossimo la propria ragione di vita. «Quando iniziai nel 1960 con lo storico sacerdote don Carlo Grammatica, non lo avrei mai immaginato, ma da allora non mi sono più fermato - racconta Villa riavvolgendo il nastro dei ricordi -. Da un ventennio sono presidente della Conferenza San Vincenzo, ogni mese portiamo i pacchi alimentari ad una decina di famiglie bisognose, ma aiutiamo anche in tanti altri modi le fasce deboli della popolazione locale».

Fedele al motto della San Vincenzo “Non per farsi vedere ma per lasciarsi vedere”, oggi il popolare “Pierino” (come lo chiamano tutti a Melegnano) collabora anche con il Centro d’ascolto, gli assistenti sociali del Comune e le altre realtà impegnate nel mondo del volontariato cittadino. «Ormai i poveri mi conoscono, ogni tanto qualcuno mi ferma per strada - sono ancora le sue parole -: c’è chi mi chiede due euro per prendere il pane e chi vuole solo scambiare qualche parola per sentirsi meno solo». Quella della solidarietà nelle sue varie forme è una vera e propria passione che ha sempre caratterizzato anche i fratelli di Pietro: oggi tutti e tre deceduti, per tanti anni Aldo, Tarcisio e Luigi hanno giocato un ruolo di primo piano nell’Usom calcio e nella parrocchia cerrese di Riozzo, mentre per interi decenni la 90enne sorella Pina è stata una colonna portante per il mondo religioso di Melegnano. «In tanti anni vissuti in prima linea, abbiamo toccato con mano i drammi nascosti della città, assistito e portato conforto a malati di Aids, ex carcerati e giovani usciti dal tunnel della droga, verso i quali non abbiamo mai nutrito alcun tipo di pregiudizio - continua Villa -: ormai il passato non può tornare indietro, ma in futuro devono cambiare vita, solo così saremo pronti ad aiutarli».

A distanza di 60 anni da quel primo incontro con don Grammatica, anche oggi Villa è animato dalla straordinaria passione degli inizi. «Ora come allora è troppo grande la gioia di aiutare gli ultimi, nella massima parte dei casi costretti ai margini delle nostre società».

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