LODI «La mia vita con un alcolista, grazie agli altri sono rinata» PODCAST

Nella nostra rubrica “Buone notizie” Angela racconta come farsi aiutare dall’“Associazione gruppi familiari Al-Anon”

La sua occupazione principale durante la giornata era scoprire dove il marito avesse nascosto le bottiglie. E anche i figli erano ossessionati da questo. Vivere con un marito e un padre dipendente dall’alcol per Angela e i suoi due figli, senza l’aiuto di qualcuno, era diventato impossibile. «Di giorno andava normalmente al lavoro - racconta -, poi la sera, quando tornava, incominciava a bere e andava a dormire. Una vita normale era completamente cancellata».

Per questo la donna ha scoperto Al-anon, il gruppo di familiari e amici di bevitori problematici. Da allora, è tutta un’altra cosa. Il gruppo è un aiuto imprescindibile sia nella vita di chi ha un problema di dipendenza, sia di chi vive accanto a queste persone. «L’associazione - spiega Angela - agisce ovunque, nel mondo, con un unico scopo, offrire aiuto a chiunque si senta emotivamente coinvolto dal bere problematico di una persona cara. Alateen, invece, parte integrante dell’associazione gruppi familiari Al-Anon, si rivolge ai familiari e agli amici adolescenti di bevitori problematici ed è, infatti, il gruppo seguito dai miei figli. I gruppi, attraverso la condivisione di esperienze comuni, le informazioni e la solidarietà, offrono ai membri la possibilità di trovare soluzioni positive alle difficoltà che sorgono dalla convivenza con chi soffre di alcolismo».

LODI La ricetta per salvarsi dai famigliari dipendenti dall'alcol. Video di Cristina Vercellone

Lo sforzo di Angela e degli altri partecipanti è di portare la voce e la parola del gruppo alle famiglie distrutte dall’alcol, in un momento storico particolare come quello del Covid che ha acuito le fragilità già presenti. I gruppi del territorio sono a Lodi, San Donato, Sant’Angelo, Pavia e Voghera (tel. 800-087-897).

«In questi gruppi di alcolisti - racconta Angela - si incominciano a vedere ragazzi dai 27 ai 33 anni e anche tante donne. È un problema che non si vede, ma è molto presente. L’alcolismo è la malattia delle relazioni. Di solito l’alcolista è una persona molto fragile. Il gruppo dà forza, coraggio, conforto». Il metodo portato avanti dal gruppo è in parte anche spirituale.

«Per quanto riguarda i familiari, ci fa scoprire - aggiunge Angela - chi siamo veramente. Ci restituisce la nostra identità, a prescindere da chi abbiamo incontrato. Io non sapevo più cosa mi piacesse fare, ero concentrata solo su di lui. L’obiettivo è riprendere in mano la propria vita, un giorno alla volta. Essere sereni è importante anche per i nostri figli. Nel mio caso, per esempio, i bambini sono nati all’interno dell’alcolismo. Non sanno cosa sia una famiglia normale. Sentire cosa dicono nei loro gruppi fa venire i brividi»

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