LODI Danelli, trent’anni vicini alle persone con disabilità VIDEO

Dal 24 al 26 maggio i festeggiamenti e il taglio del nastro del nuovo maxi progetto a cascina Caselle, un nuovo centro per consentire alle persone fragili di diventare autonome

Fondazione Danelli, trent’anni vicini alle persone con disabilità. Dal 24 al 26 maggio, la fondazione festeggerà e lo farà tagliando il nastro del nuovo progetto “Oltre” a cascina Caselle, che si trova all’Albarola alle spalle del centro diurno. L’obiettivo è avviare all’autonomia le persone con disabilità.

LODI Taglio del nastro per cascina Caselle. Video di Cristina Vercellone

«Attualmente - spiega il direttore Francesco Chiodaroli - abbiamo il centro residenziale in via Gorini e poi i servizi qui all’Albarola, un centro per l’autismo per i bambini, il centro diurno per la disabilità acquisita, il centro riabilitativo specializzato sia nel neurologico che nell’autismo e adesso anche cascina Caselle con il suo meraviglioso parco. In futuro, nella stessa area, potrebbe sorgere anche un nuovo centro socio educativo con l’attività socio occupazionale nel campo della ristorazione».

Oltre l’inclusione verso l’amicizia

«L’obiettivo - aggiunge Chiodaroli - è andare oltre l’inclusione, verso la relazione e l’amicizia. Attraverso la bellezza di questa cascina, il suo parco, le attrezzature, creiamo occasioni di incontro per i ragazzi e le persone con disabilità, promuoviamo un ambiente che sviluppi e aiuti le relazioni significative, in particolare quella dell’amicizia che dà senso alla vita».

«Il progetto si chiama “Oltre” anche per evocare l’idea del viaggio, del superamento dei confini, anche quelli che ci sono imposti da alcuni termini. In particolare, il “dopo di noi” potrebbe diventare “insieme per il futuro”. Vorremmo superare la fatica delle mamme e dei papà che affrontano questo percorso lungo e che solo nella parte finale della loro vita vengono aiutati a pensare a cosa succederà quando non avranno più le forze per aiutare i loro figli. Al contrario, in questo centro, il lavoro che stiamo facendo con le istituzioni è creare un percorso che aiuti le mamme e i papà fin dalla nascita a costruire insieme il futuro dei loro figli, pensare a un progetto di vita. L’altra parola da superare è “Inclusione”, che è un bel termine, ma alla lettera vuol dire prendere le persone diverse e adattarle nel cerchio dei “normali”. L’idea è andare Oltre questa terminologia per indicare invece la costruzione di una vera relazione. Le persone sono tutte uniche e speciali anche se non hanno una salute piena.Bisogna andare oltre un limite, valorizzandolo. Quest’ultimo è il lavoro che vorremmo fare attraverso Specialisterne che è presente in 20 paesi del mondo e adesso arriva anche a Lodi. Vogliamo che le persone neuroatipiche possano essere una risorsa per le imprese del nostro territorio».

In questi 30 anni prese per mano un migliaio di persone

«Siamo nati con la residenza da 11 posti, in via Gorini, adesso ne abbiamo 31, ma teniamo un numero basso di ospiti per consentire una accoglienza di qualità. Poi sono arrivati il Cdd con 30 posti, i 200 minori in carico nella parte riabilitativa, i vari progetti sperimentali e il progetto Ifts appena creato con una 30ina circa di persone. Da 11 siamo a oltre 300».

«Il nostro lavoro nonostante le fatiche e le risorse che sono sempre meno è il più bello del mondo».

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