Le associazioni e gli studenti
nelle villette di Pieve Fissiraga prese alla mafia

Decisa la destinazione degli ultimi beni confiscati ai due cassieri del clan Mangano

Erano le ville dei cassieri del clan Mangano. Ora diventeranno una casa per studenti e per le associazioni del paese. A Pieve Fissiraga, i tre immobili confiscati a personaggi ritenuti vicini al clan mafioso dei Mangano sono in procinto di riaprire le loro porte, questa volta coinvolgendo tutta la comunità.

Una delle ville è già stata inaugurata nel gennaio scorso come nuova sede della locale sezione di volontari specialisti Cmv. Sulle altre due l’amministrazione del sindaco Igor Guerciotti sta lavorando da tempo. «La faccenda risale al 2016, quando queste tre villette a schiera, distribuite tra via Carlo Leoni e via Francesco Fasoli, vennero sequestrate ai fratelli Cristodaro, due commercialisti ritenuti dagli inquirenti i cassieri del clan Mangano - illustra l’assessore della giunta Guerciotti, Domenico Pedote -. I Cristodaro erano residenti a Palazzo Pignano, non a Pieve. Devono essere entrati nelle operazioni di realizzazione di queste tre ville, che in realtà non sono mai state completate. Nel 2020, poi, tramite l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazioni dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzate noi ne siamo entrati in possesso. Gli immobili non ci sono stati consegnati finiti, c’erano soltanto i serramenti e le finestre che chiudevano, mancavano i sanitari, le pavimentazioni, gli intonaci».

Per rinnovare le tre ville e renderle accessibili anche alle persone con disabilità, eliminando tutte le barriere architettoniche, sono stati spesi 150mila euro derivanti da fondi regionali. Proprio uno di questi beni, entro la fine del mese, diventerà la nuova Casa delle associazioni. «È già tutto pronto, manca solo il taglio del nastro ufficiale, programmato per gli ultimi giorni di novembre - spiega il sindaco Guerciotti -. La prima villa è già stata trasformata nella sede della sezione di volontari specialisti Cmv. Per quanto riguarda la terza e ultima villa, il pensiero della nostra amministrazione è quello di affidarla a studenti e studentesse universitari, chiedendo loro un basso contributo per l’affitto in cambio di servizi di doposcuola e aiuto compiti per le ragazze e i ragazzi del paese. Una sorta di circolo virtuoso. Per questo progetto stiamo solo aspettando che l’Agenzia che gestisce i beni confiscati ci dia il via libera».

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