Il riscatto sociale grazie al corso di Soroptimist

Due socie della delegazione lodigiana al carcere di San Vittore per il corso di estetica

La “Nail art” abbatte le sbarre della prigione: grazie al progetto promosso a livello nazionale dal Soroptimist club “Si sostiene in carcere”, le soroptimiste della sezione di Lodi hanno concesso una seconda chance dalla vita a dodici detenute del carcere di San Vittore a Milano. Grazie al protocollo d’intesa rinnovato tra il Soroptimist international Italia e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la scorsa settimana ha preso il via la seconda edizione del corso svolto da due socie della delegazione lodigiana che ha messo a disposizione le risorse e l’acquisto di tutta la dotazione tecnica necessaria. Tracy Mamutaj, estetista di professione, ha curato la parte di formazione delle allieve, mentre Raffaella Gipponi ha coordinato il progetto come referente del team.

Ed è stato un successo: rispetto allo scorso anno, infatti, le adesioni sono raddoppiate con traguardi che hanno coinvolto le protagoniste del percorso. «Una delle ragazze che ha partecipato al laboratorio di “Nail art” dello scorso anno è diventata la responsabile del servizio di manicure all’interno di San Vittore e ciò le ha consentito di accedere ad una borsa-lavoro regolarmente retribuita - dichiara la presidente Claudia Ferrari -. Lo scopo del corso è stimolare le ragazze detenute verso una crescita personale e professionale per avviarle ad una attività lavorativa in un’ottica di raggiungimento di una loro autonomia economica, anche in vista del reinserimento sociale al termine del periodo di detenzione». Una missione in linea con il pensiero soroptimista, ovvero incentivare il raggiungimento della indipendenza economica per l’affermazione della donna e il suo avanzamento professionale e sociale grazie a un attestato che verrà assegnato alle partecipanti. 

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