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Trapianto di capelli a Milano: i criteri per individuare le migliori cliniche

Un vademecum su tecniche, budget e assistenza: quali elementi pesare per orientarsi tra le strutture

Negli ultimi anni il trapianto di capelli si è affermato come una soluzione efficace per contrastare calvizie e diradamento, con benefici anche psicologici riferiti dai pazienti. Milano, città con forte offerta sanitaria privata, è oggi uno dei centri con maggiore disponibilità di strutture specializzate. In questa guida passiamo in rassegna tecniche, costi medi e cosa aspettarsi prima e dopo l’intervento. È citato anche un operatore internazionale, Capilclinic, spesso considerato da pazienti italiani.

Perché Milano è un riferimento nazionale
Milano è un polo medico consolidato: vi operano strutture moderne con équipe che hanno maturato esperienze in Italia e all’estero. Molti centri propongono un percorso strutturato che include diagnosi, intervento e follow-up post-operatorio, con tecniche correnti come FUE e DHI.

Le tecniche più diffuse
FUE (Follicular Unit Extraction): prevede l’estrazione di unità follicolari con strumenti micrometrici. È minimamente invasiva, non comporta cicatrici lineari e consente un recupero relativamente rapido.
DHI (Direct Hair Implantation): variante della FUE che utilizza implanter per inserire direttamente i follicoli, con obiettivo di maggiore precisione e densità.
La FUT è oggi poco utilizzata perché più invasiva e associata a cicatrici lineari.

Costi medi a Milano
Il prezzo varia in genere tra 3.500 e 7.000 euro, in base a numero di unità follicolari, tecnica impiegata e profilo della struttura. Alcuni centri applicano tariffe per unità, altri pacchetti complessivi. Milano si colloca nella fascia alta a fronte di servizi e assistenza organizzati.

Capilclinic e l’opzione estera
Accanto alle cliniche italiane, una parte dei pazienti valuta strutture internazionali. Capilclinic è un operatore noto nel settore con sedi in Europa e Turchia, talvolta scelto per il rapporto tra prezzo e servizi. Molti viaggi verso Istanbul sono motivati dai costi più contenuti; restano centrali valutazione clinica e qualità del follow-up.

Cosa aspettarsi prima e dopo
Prima dell’intervento è prevista una diagnosi con valutazione di aree donatrice e ricevente. L’operazione dura in media 6–8 ore; il recupero richiede alcuni giorni di attenzione. I controlli post-operatori monitorano ricrescita e possibili complicanze. I primi effetti si notano dopo 3–4 mesi; un risultato stabile è atteso tra 9 e 12 mesi.

Come orientarsi nella scelta
Non esiste una classifica ufficiale. Alcuni criteri utili? Credenziali e casistica del chirurgo; team multidisciplinare; numero di interventi/anno; trasparenza dei preventivi e calendario di follow-up; documentazione di casi con foto prima/dopo.

Italia o estero?
Restare in Italia facilita lingua, spostamenti e controlli successivi; l’estero può ridurre la spesa con pacchetti dedicati. La decisione dipende da budget, comodità e fiducia nella struttura prescelta.

Milano è tra le città più attive in Italia per il trapianto di capelli, con ampia offerta di tecniche FUE e DHI e standard di sicurezza e assistenza elevati. Le alternative estere restano considerate per i costi. La scelta finale dovrebbe basarsi su valutazione clinica, trasparenza del percorso e qualità del follow-up.

Sei un buon candidato?
Il trapianto è indicato soprattutto quando l’alopecia androgenetica è stabile. Contano la qualità dell’area donatrice (densità, calibro, colore e texture del capello) e l’armonia con la fisionomia: l’obiettivo realistico è ricostruire una cornice frontale naturale e aumentare la densità percepita, più che riempire completamente vaste aree in una sola seduta. Da valutare con cautela alopecie cicatriziali attive, patologie del cuoio capelluto non controllate e aspettative irrealistiche. In prima visita è utile una misurazione strumentale della densità (es. tricodensitometria) e un set fotografico standardizzato per il confronto nei mesi successivi.

Prima visita e pianificazione
La consulenza dovrebbe chiarire disegno dell’attaccatura coerente con età e tratti del volto, stima delle unità follicolari per zona (frontale, tempie, vertice), numero di sedute e piano di mantenimento dei capelli non trapiantati. Meglio richiedere casistiche documentate comparabili (età, grado di diradamento) con foto prima/dopo scattate a distanza e luce coerenti. Utile anche concordare in anticipo il calendario dei controlli (es. 7–10 giorni, 3–6–12 mesi) e sapere chi sarà il referente nel post-operatorio.

Il giorno dell’intervento: come si svolge
Si parte con accoglienza e conferma del disegno; segue l’anestesia locale. La procedura prevede la fase di estrazione (FUE/FUT) e poi l’impianto nelle aree diradate (anche con implanter DHI quando indicato). La durata media è di 6–8 ore a seconda dei volumi. A fine giornata vengono consegnate istruzioni scritte su lavaggi, sonno, esposizione solare, attività fisica e terapie di supporto, oltre ai recapiti per eventuali dubbi.

Casi particolari
Nelle donne il diradamento è spesso più diffuso: la priorità è preservare la naturalezza dell’attaccatura e valutare attentamente la disponibilità della donor. Con capelli ricci o afro la curvatura del fusto può migliorare l’effetto copertura, ma richiede esperienza specifica nelle fasi di estrazione e impianto. Il trapianto su cicatrici (post-chirurgiche o traumatiche) è possibile in selezione, con obiettivi prudenti e spesso in più passaggi.

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