Realizzazione della Sala delle Meraviglie

Una stanza delle meraviglie e un laboratorio informatico. Strumenti all’avanguardia alla Fondazione Danelli per assistere le persone con gravi disabilità. Nel centro di via Paolo Gorini, guidato dal direttore Francesco Chiodaroli, l’assistenza ha trovato il sostegno della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi. L’istituzione guidata dal presidente Domenico Vitaloni, infatti, ha destinato al centro di via Gorini 5mila euro. L’associazione Amici della Danelli ne ha raccolti altri 2.500 attraverso iniziative di solidarietà come il concerto “Melodie senza tempo” che si è svolto con grande successo, il 29 maggio, presso il salone della musica della fondazione Cosway. «Per quanto riguarda quest’ultima iniziativa ­ spiegano Chiodaroli, Luisa Picech, Iolanda Manno, Pietro Sangalli, Conchita Lopez e Carla Bertocchi ­, dobbiamo dire grazie di cuore all’accademia di musica Gaffurio. Grazie a loro e alla Fondazione Comunitaria possiamo compiere un ulteriore salto di qualità nell’appropriatezza dell’assistenza. La stanza delle meraviglie è quella della stimolazione multisensoriale: anche le persone in stato vegetativo e con la coscienza più ritratta riusciranno, grazie a questa innovazione, ad entrare in relazione con gli altri. In gergo si chiama “snoezelen” che in olandese significa fare un pisolino. Il rilassamento in questa stanza, infatti, è assicurato. La stanza è da completare, ma abbiamo già installato la vasca di idrogetto a secco che gli ospiti hanno soprannominato il “lettino delle coccole”. La schiena delle persone, infatti, viene massaggiata da bolle di acqua calda che producono un grande senso di benessere. È previsto poi il proiettore di cieli stellati: le pareti si colorano e si produce un’atmosfera onirica senza paragoni. Ci saranno poi cuscini che avvolgono e materassi di tutte le densità, ma anche guanti speciali per accarezzare la pelle delle persone e dire loro: “Ci stiamo occupando di voi”. Fasci di colore di tutte le gradazioni irradieranno le pareti mentre la musica riempirà gli spazi vuoti». Gli operatori sono andati a Mantova a seguire i corsi di formazione sulla stimolazione basale. «I nostri non sono specialisti a tempo ­ spiegano ­. Noi siamo in grado di garantire loro stabilità, così che i disabili possono davvero creare delle relazioni affettive con loro. E tornare ad interagire con il resto del mondo. Il laboratorio informatico, invece, insegnerà agli ospiti a leggere e a raccontarsi. I loro frammenti di vita sono sfilacciati, ma degni di essere ricomposti ancora».

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