Il “romanzo” di una Roma noir

Roma viziata, lontana migliaia di chilometri da una qualsiasi “grande bellezza”. Scura, nera. Anzi noir, fatta delle tinte che mischiano il crimine con il mistero, il giallo dell’indagine con il buio che avvolge luoghi e personaggi.

Roma di mamme troppo belle e figli troppo ricchi, Roma che si diverte truccata mentre il dramma si è già compiuto. In questa città scura, praticamente inquadrata sempre di notte, si muove e indaga Corso, investigatore privato che ha il volto di Luca Argentero e un nome scelto in omaggio a Corso Salani, amatissimo protagonista dei film del regista Marco Risi. Che sceglie una strada precisa per il suo nuovo film, e a un bivio imbocca la via del genere, il noir appunto, su cui costruisce Cha cha cha, “romanzo criminale” di poliziotti e di affaristi corrotti, in una Roma con poche bellezze.

Corso, detective solitario espulso dalla polizia, sta seguendo per lavoro un ragazzo, figlio di una bellissima e ricca attrice, quando questo resta ucciso in un incidente stradale che nasconde più di un lato oscuro. Collegando i tanti fili che presto si trova tra le mani si convince che la morte del giovane non è poi così accidentale e dà quindi il via a un’indagine privata e parallela a quella della polizia, che lo metterà a confronto con il suo passato e con un presente che riserva qualche sorpresa.

Una traccia “classica” dunque per dare il via a un racconto che, nel solco del genere, si deve concentrare su altro, sui personaggi e sulle loro storie innanzitutto. Il noir ha regole precise, codici che devono essere «riconoscibili» e attraverso cui far funzionare l’intero impianto. Al centro di tutto, ad esempio, è fondamentale la figura del protagonista: un antieroe con una personalità forte almeno quanto è tormentata la sua vicenda.

Corso, che ha sì un passato lasciato nell’ombra ma vive in un loft arredato troppo alla moda, non ha questi contorni. Ha un conto in sospeso con la polizia da cui è stato allontanato e pure una relazione che si immagina torbida con la madre del ragazzo che gli ha affidato l’incarico, ha un presente traballante ma sempre troppo lontano dall’iconografia classica del noir. Dove appunto il protagonista è più importante dell’indagine stessa, più interessante la sua personalità e il suo destino rispetto alla soluzione stessa dell’intreccio poliziesco. Ecco, forse è proprio questo che manca a Cha cha cha, non per una colpa specifica di Argentero che pure in altri ruoli ha dimostrato d’essere perfettamente in parte. Però tanto in fase di scrittura quanto nella direzione del personaggio poteva essere fatto un lavoro più approfondito.

La storia dunque, l’intrigo poliziesco poi si svela senza troppa emozione, colorando la trama di fantapolitica: compaiono spioni e spiate, servizi segreti, intercettazioni, fotografi di gossip ricattatori e affaristi intrallazzatori. Insomma tutto un sottobosco che dovrebbe richiamare alla mente dello spettatore collegamenti fin troppo evidenti. Legami con la cronaca lasciati sullo sfondo, a sostegno di una trama che invece che di mistero si ammanta di un “già visto” che, per quanto noto, risulta indefinito e generico. Risolti i personaggi, i rispettivi drammi, le loro storie Risi cerca poi uno sbocco finale e torna a guardare al “contorno”, alla Roma nera che ha ospitato e accompagnato la tragica parabola dei protagonisti. Una città, a questo punto specchio di un Paese intero, in cui tutti sono ricattati e ricattabili, una nazione abitata da ricchi corrotti e poliziotti minacciosi e ambigui come i «cattivi» a cui danno la caccia. E così il film si trasforma in un’accusa un po’ qualunquista all’Italia e agli italiani, popolo che resta impegnato in un ballo antico, con costumi sgargianti, senza accorgersi del dramma che attorno si è già consumato. O che, verrebbe da dire, proprio perché consapevole di questo sfascio, si dimena al ritmo di un’orchestrina, per dimenticare.

PRIMA VISIONE Roma viziata, lontana migliaia di chilometri da una qualsiasi «grande bellezza». Scura, nera. Anzi noir, fatta delle tinte che mischiano il crimine con il mistero, il giallo dell’indagine con il buio che avvolge luoghi e personaggi...

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