Il partito di Soldati che ci ha portato a questo punto

«Io sono per il conservare la tipicità della nostra zona, quindi non mi sento appartenente alla Città metropolitana. E penso che l’ultima parola spetti ai cittadini, non possiamo essere solo noi sindaci a decidere il futuro amministrativo del Lodigiano».Giovanna Gargioni - sindaco di Borghetto Lodigiano al primo mandato, «farmacista in paese e sindaco a tempo pieno» - dice di non condividere la fretta di Soldati di portare il territorio nella Città metropolitana. «In questo momento - osserva - non ci sono neppure le regole del gioco». Perché mai, allora, «dovremmo sposare una linea senza avere le idee chiare e senza a aver prima dato la parola ai cittadini?”».

Soldati ha fretta perché la Provincia è in seria difficoltà e perché - parole sue al tavolo di confronto fra Lodi e Cremona dello scorso 20 maggio - “il Lodigiano ha necessità impellente di aggregarsi con altri territori nella gestione dei servizi”. Non la convince?«È lo schieramento di Soldati che ha portato la Provincia a questo punto. La riforma è stata voluta dal partito di cui Soldati fa parte. Quando lui ha accettato di fare il presidente conosceva la situazione, sapeva a cosa sarebbe andato incontro, non gli hanno puntato la pistola alla tempia. Se ha voluto fare il martire lo faccia fino in fondo. Anche noi comuni dobbiamo subire continui tagli, ma cerchiamo di ottimizzare i costi e di garantire i servizi ai nostri cittadini. Dunque lo faccia anche lui».

Ce la sta mettendo tutta, ammettiamolo. In regime di esercizio provvisorio non è facile amministrare…«Le valutazioni dovevano essere fatte prima, bisognava essere lungimiranti e immaginare a cosa avrebbe portato una riforma attuata con queste modalità. Adesso le situazioni vanno affrontate, non si può mettere la testa sotto la sabbia. A questo punto Soldati gestisca la situazione, anche se è pessima per le sue casse».

Milano o Crema: intendete promuovere un referendum in paese?«Assolutamente sì. Noi non facciamo nulla senza sentire la base. Prima ascoltiamo i cittadini, poi difendiamo le loro idee. Le decisioni, specie se così importanti, vanno prese con la dovuta calma. E’ inutile mettere tanta fretta ai Comuni. Io la delibera che ci è arrivata non l’ho neppure presa in considerazione».

Di quale delibera parla?«In inverno la Provincia aveva fatto girare una delibera da approvare in Consiglio entro febbraio che prevedeva la volontà di aderire alla Città metropolitana. Non l’ho presa in considerazione perché ci vuole tempo per pensare e decidere. Non è solo perché siamo un popolo di pendolari che dobbiamo sentirci parte integrante della Città metropolitana. Io ho origine banine, ventiquattro anni fa a San Colombano ci fu un referendum: fu una cosa giusta chiedere ai cittadini di esprimersi».

E voi quando avete intenzione di fare il referendum?«Al momento giusto, quando si conosceranno le regole del gioco. Con la fretta non si va da nessuna parte».

Anche Maroni nel progetto degli otto cantoni ci immagina nella Città Metropolitana…«Però ha lasciato al Lodigiano la possibilità di valutare altre opzioni. Non ha imposto al Lodigiano la sua volontà. Gliel’ho detto, noi siamo abituati a sentire i cittadini e poi a prendere le decisioni».

Dunque, meglio Crema di Milano?«Dal mio personale punto di vista sì. E’ un territorio più simile al nostro, per demografia, tipicità e tutto quanto. Mi sento più vicina al Cremasco, ma mi esprimerò definitivamente quando avrò le basi per farlo».

Ha idea di come la pensino i suoi concittadini?«Nonostante la fretta di Soldati, non ho mai parlato con loro di questo tema. Non è una mia priorità, ne parleremo al momento giusto quando avremo gli elementi indispensabili per affrontare l’argomento».

Pensa che passeranno le riforme costituzionali di Renzi?«Io al referendum voterò no. Poi se passerà o meno è presto per dire. Noi come Lega non siamo ancora scesi in campo per parlare del referendum. E’ Renzi che ne parla tanto, nascondendo così i veri problemi. Noi faremo il nostro lavoro nelle piazze illustrando ai cittadini i pro e i contro. Anche se di pro io non ne vedo. Il Senato non scompare ma ci sarà ancora , la differenza è che non saranno i cittadini a scegliere».

Senta, mentre stiamo parlando le agenzie riportano la sintesi dell’intervento di Renzi all’assemblea generale di Confcommercio, ma anche le perplessità di Carlo Sangalli che parla di “ripresa senza slancio e senza intensità”. Vuole commentare?«Ma di quale ripresa si parla? Io sono una commerciante, dato che la farmacia è un servizio pubblico ma è anche un’attività commerciale. E dunque le dirò che negli ultimi dieci giorni del mese le famiglie spendono pochissimo, rimandano gli acquisti all’inizio del mese successivo. Qui in paese abbiamo negozi che stanno chiudendo perché non ce la fanno più. I consumi non ripartono e le tasse di questi giorni sono una mazzata terribile. Dov’è la ripresa di cui parla Renzi?»

Altra agenzia: l’Istat informa che nel primo trimestre l’occupazione è in crescita con 242mila occupati in più su base annua. Non è una brutta notizia, non trova?«Io non ci credo, i cittadini tutti i giorni chiedono lavoro, i curriculum sulla mia scrivania non sono diminuiti. Noi li smistiamo ma finora non c’è stato un solo cittadino che abbia detto di aver ricevuto una risposta».

Insomma, se Renzi uscirà sconfitto dal referendum salteranno i tappi in casa Lega…«Renzi ha vissuto solo di politica, non si è mai creato una professione, così come Guerini. Se dovessero avere un’attiva in proprio e scontrarsi tutti i giorni con la realtà dopo due anni chiuderebbero».

Stringiamo la lente su Borghetto. A che punto siete rimasti con le gestioni associate?«Siamo con Graffignana, Villanova e Borgo San Giovanni per il catasto, la protezione civile e polizia locale. Sulle altre funzioni c’è un accordo quadro ma ci siamo fermati. Ma spero che le gestioni siamo definitivamente cancellate. E sono contraria anche alle unioni e le fusioni».

Perché?«Perché non solo sono difficili da realizzare sul piano amministrativo, ma anche perché non può prevalere l’idea di unirsi per avere degli incentivi. Sono contrarissima a questa idea, in gioco c’è l’identità dei paesi, io sono per mantenere le nostre tradizioni. Non possiamo eliminare tutta la nostra storia con un colpo di spugna. Abbiamo sempre mantenuto le nostre cose, perché farle sparire? In nome di cosa? Perché ce lo chiede l’Europa? No, non può funzionare così».

Come dovrebbe funzionare?«Lo Stato dovrebbe sostenere le piccole comunità, non penalizzarle. Fare il sindaco è sempre più difficile, non sai più neppure come fare a chiudere un bilancio. Noi quest’anno abbiamo avuto 108 mila euro di tagli su mancati trasferimenti dell’Imu agricola, non è possibile che siano solo i comuni a subire i tagli».

Intende dire che a livello centrale non si taglia abbastanza?«La riduzione delle spese statali non c’è stata. Noi abbiamo rimodulato tutto pur di far quadrare i conti e garantire i servizi ai nostri cittadini. E quando dico “noi” parlo dei comuni lodigiani in genere. L’anno scorso a parte Graffignana nessuno ha sforato il patto di stabilità. Noi siamo bravi, ma lo Stato che fa? Il comune di Borghetto ha quattordici dipendenti, ne servirebbero altri, soprattutto nella Polizia locale che pure è in gestione associata. Perché San Rocco che ha meno abitanti di noi ha tre dipendenti in più? Lo sa quanti dipendenti ha il comune di Montecarlo, in provincia di Lucca?».

No, quanti ne ha?«Ne ha ventotto, il doppio dei nostri. Ed ha come noi 4.500 abitanti. Eppure il sindaco di quel comune si lamenta perché dice che i dipendenti sono pochi. Se poi andassimo ancora più a sud, sarei sicura di trovare paesi grandi come il nostro ma con il triplo dei nostri dipendenti. Forse in passato San Rocco e Montecarlo saranno stati più previdenti, fatto sta che adesso assunzioni io non ne possono fare».

Nonostante Renzi, fiduciosa sul futuro del Lodigiano?«Se il Lodigiano saprà difendere con convinzione le sue caratteristiche, la sua tipicità, i suoi prodotti, la sua agricoltura, allora penso che potrà avere un bell’avvenire».

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