Ecco la rocca di Maccastorna

Da fortilizio di frontiera affacciato su una palude malsana, ultima propaggine del lago Gerundo, a oasi di pace fra i campi: la rocca di Maccastorna, oggi abitazione privata della famiglia Biancardi, ha aperto le porte per il nostro cronista Fabrizio Tummolillo e per il fotografo Paolo Ribolini, autori della nuova tappa della rubrica “Per rocche e castelli“ sul numero in edicola martedì. L’edificio, dalla storia segnata da assedi e battaglie, è rimasto impresso nella memoria popolare per l’eccidio di Carlo Cavalcabò, signore di Cremona, e del suo stato maggiore per mano di Cabrino Fondulo, condottiero e feudatario di Maccastorna, consumatosi a tradimento una notte di luglio del 1406. Una leggenda che appartiene al passato: oggi la rocca, restaurata e adibita a residenza, spicca tra case basse e pulite a testimonianza della storia di questo luogo.

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