Il passaggio dall’Ici all’Imu, la nuova imposta municipale sugli immobili voluta dal Governo Monti, assieme alla revisione delle rendite catastali degli edifici, rischia di avere pesanti conseguenze anche sul patrimonio storico-architettonico delle nostre campagne. Il carico fiscale nei confronti delle imprese agricole, secondo una simulazione curata dagli uffici tecnici di Confagricoltura, ha assunto in molti casi proporzioni eccessive per la continuità stessa dell’attività produttiva. Solo per fare un esempio, una azienda agricola di 70 ettari di terreno potrebbe essere costretta a versare all’erario oltre 13 mila e 400 euro, quasi il triplo di quanto versato in regime di Ici.
Secondo le norme fissate dall’Imu, ad essere sottoposti a tassazione oltre i terreni, i fabbricati strumentali, le pertinenze e le abitazioni, sono infatti anche i fabbricati in condizioni critiche, esclusi giustamente in passato dal calcolo dell’Ici.
Si tratta, nel Lodigiano, di decine di cascine non più utilizzate nell’attività produttiva ordinaria se non come depositi provvisori, ma che conservano un elevato valore storico, architettonico e culturale come esempi di cascina lombarda di varie epoche.
Sinora erano state conservate – spesso con interventi onerosi - dagli imprenditori agricoli anche per mantenere viva la memoria delle generazioni passate e delle tradizioni ad esse collegate.
Ora, invece, c’è il rischio latente che molti imprenditori, già in difficoltà per l’introduzione delle nuove tassazioni, finiscano col decidere di abbattere definitivamente questi edifici - alle volte cadenti -, impoverendo ulteriormente il nostro territorio proprio alla vigilia di un importante evento di carattere non solo economico come l’Esposizione Universale del 2015 in programma a Milano proprio in tema di ambiente e alimentazione.
E’ per questo che come Confagricoltura chiediamo che le Amministrazioni Pubbliche deputate all’applicazione dell’Imu abbiano un occhio di riguardo nei confronti di questo patrimonio:
rischia di diventare solo un ricordo nella memoria di pochi.
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