Raccolta differenziata, il Lodigiano al top

In provincia si producono meno rifiuti rispetto alla media nazionale (e regionale), e si seleziona di più

Ci ricordiamo tutti di quando, fino a non molti anni fa, la raccolta differenziata era soltanto una fissazione per ambientalisti “integralisti”, e l’unico accorgimento che si usava era quello di dividere le bottiglie di vetro per buttarle nella campana, mentre tutto il resto finiva nel cassonetto e chi s’è visto s’è visto. I tempi, fortunatamente, sono cambiati: pian piano si è passati ai cassonetti divisi per carta, secco, umido, plastica, e si è approdati ormai quasi ovunque al porta a porta. Diretta conseguenza di questo passaggio è stata da una parte una maggiore sensibilizzazione dei cittadini, e dall’altra una riduzione dei costi di smaltimento (i rifiuti differenziati, infatti, vengono rivenduti) e, magari un piccolo contributo per evitare che la terra si riempia di rifiuti.

Ogni anno, il bilancio della raccolta dei rifiuti è pubblicato da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nell’ambito del “Catasto dei rifiuti”, che analizza le tendenze a livello nazionale, e offre uno spaccato anche del Lodigiano.

In Italia, la produzione di rifiuti urbani (che comprendono ) è più o meno stabile, e nel 2021, ultimo dato disponibile (aggiornato lo scorso dicembre), era fermo a 29,6 milioni di tonnellate, con una percentuale di raccolta differenziata del 64 per cento, un punto al di sotto dell’obiettivo che si era posto a livello nazionale per il 2012. L’andamento della percentuale di riciclaggio è aumentato gradualmente fino al 48,4 per cento del 2020, per poi calare leggermente l’anno successivo (48,1), ma rimanendo comunque lontano dall’obiettivo del 50 per cento fissato per il 2020 e da quello del 55 per cento fissato al 2025.

A livello locale, invece, i dati mostrano un progressivo aumento della produzione di rifiuti urbani, che dalle 95mila tonnellate di rifiuti prodotti nel 2015, è salito fino a a superare le 100mila per poi attestarsi, nel 2020 e ’21, a 102mila tonnellate, il che significa comunque che produciamo, a testa, una quantità di rifiuti di 450kg, inferiore alla media lombarda (479kg a testa), e a quella italiana (502kg a testa). Non ha molto senso, per questo dato, fare differenze tra comuni, visto che il dato pro capite è riferito ai residenti, ma evidentemente alcuni centri abitati attirano molte più persone durante la giornata (e quindi producono più rifiuti) di quante sono quelle residenti.

Fortunatamente, anche la raccolta differenziata è sopra la media italiana: nel Lodigiano, infatti, è pari al 75,16 per cento.

I comuni più “ricicloni”, che superano l’80 per cento di differenziata, nel territorio sono 10: Casalmaiocco (con il record di 88,03 per cento), seguito da Merlino, Massalengo, Castiglione, Mulazzano, Casaletto, Borghetto, Brembio, Comazzo e Lodi Vecchio. Il capoluogo, invece, si ferma a 73,94 per cento, con una retromarcia significativa: nel 2016, infatti, la differenziata a Lodi era al 73,65, era aumentata progressivamente fino al 77, 64, per poi piombare in un solo anno perdendo quattro punti percentuali. I peggiori, sotto la media italiana, sono comunque Montanaso (63,86) e Meleti (62,95).

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