La mappatura della collina di San Colombano per prevenire gli incendi

Anche attraverso l’utilizzo di un drone si punta a classificare i centri di approvvigionamento dell’acqua e tutte le strade di campagna

Potenziare l’attività antincendio in collina, con una mappatura puntuale dei punti d’approvvigionamento d’acqua, la cartina precisa di tutte le strade bianche e le loro destinazioni, l’intensificazione del presidio che da due anni viene garantito fisso tutti i week end.

È l’obiettivo del gruppo comunale di protezione civile di San Colombano, che per le attività conta sul supporto fondamentale della tecnologia, impiegando il drone per monitorare la collina e le zone più impervie in particolare.

«Da due anni garantiamo tutti i fine settimana un presidio antincendio – spiega il coordinatore del gruppo di protezione civile banina Luca Pozzoli -. Il sabato o la domenica, in funzione dei turni e delle disponibilità, il gruppo è a disposizione per la prevenzione e il pronto intervento se necessario, anche a supporto dei vigili del fuoco. Siamo in 7 con le certificazioni per potere intervenire in caso di incendio, ma l’attività di prevenzione coinvolge tutti i volontari, una ventina. Ogni volta che si alza del fumo, verifichiamo la provenienza e accertiamo se si tratti di fiamme controllate o incontrollate, intervenendo comunque per lo spegnimento. Sono diversi gli interventi effettuati su piccoli focolai, mentre in qualche caso ci siamo trovati di fronte veri e propri incendi, che hanno avuto la necessità dell’intervento dei vigili del fuoco, cui forniamo eventuale supporto».

Il problema è che in collina, senza un’adeguata conoscenza del territorio, è particolarmente difficile individuare l’origine delle fiamme, e a volte anche solo raggiungerle con i mezzi.

«Sicuramente il nostro pick up con modulo antincendio è più agile delle autobotti sulle stradine bianche sterrate e secondarie della collina - continua Luca Pozzoli -. Altre volte guidiamo o accompagniamo i vigili del fuoco sul luogo dell’incendio, e di grandissimo supporto operativo è il drone che abbiamo in servizio: dall’alto si riesce a identificare subito e con precisione il luogo dell’incendio, e con la telecamera termica possiamo individuare se ci sono ancora focolai attivi, indirizzando meglio il lavoro dei vigili del fuoco».

In vista di un ulteriore potenziamento dell’attività sono in corso due progetti, uno in collaborazione con Gruppo Cap per il monitoraggio e la segnalazione di tutti gli idranti attivi e funzionali in collina, in modo da sapere dove approvvigionarsi d’acqua, l’altro per una mappatura di tutte le strade bianche collinari e di campagna, per l’accesso anche alle zone impervie. «L’attività è principalmente su San Colombano, ma nei prossimi mesi dialogheremo con gli altri gruppi di protezione civile dei Comuni del Parco per poter avere un coordinamento più stretto – conclude Luca Pozzoli -. E qualche volontario in più, di certo farebbe comodo. Le porte sono aperte».

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