Anche in ospedale la macchina per estrarre acqua dall’aria

AMBIENTE Gli ingegneri Lucia e Paolo Cattani con i colleghi del gruppo di ricerca dell’università di Pavia hanno pubblicato uno studio sulla rivista scientifica «Energies» per capire come introdurre il dispositivo in fase di progettazione degli immobili. Applicato virtualmente all’ospedale Mondino hanno valutato che nella sola stagione estiva si ricavano oltre 257 metri cubi di acqua di alta qualità

Lodi

Uno studio per inserire la macchina che estrae acqua dall’aria nella progettazione degli edifici. Autori sono gli ingegneri lodigiani Lucia e Paolo Cattani con Roberto Figoni e Anna Magrini, il team di ricerca dell’università di Pavia che da tempo lavora in sinergia su questi temi.

L’ingegnere Cattani, massima esperta in Italia nel settore dell’acqua atmosferica, è stata premiata in molteplici occasioni per aver messo a punto, insieme ai suoi colleghi della Seas S. A., proprio la macchina che trasforma l’aria in acqua. Diversi gli studi portati a termine e la partecipazione ai congressi internazionali sul tema.

Il nuovo articolo sulle macchine avanzate multifunzionali per fare acqua dall’aria è stato pubblicato in questi giorni sulla rivista scientifica «Energies».

«In questo caso - spiega l’ingegnere Cattani - lo studio (“Towards integrated design tools for water - energy nexus solutions: simulation of advanced Awg systems at building scale”) ha riguardato la possibilità di inserire in fase progettuale, nell’impiantistica degli edifici, una macchina di quel tipo. Stiamo studiando come dare ai progettisti il metodo per poterlo fare».

«Abbiamo individuato una metodologia che abbiamo testato, con un sistema di simulazione virtuale, all’ospedale Mondino di Pavia. Abbiamo simulato l’andamento della macchina e l’abbiamo inserita nel contesto dell’ospedale per vedere quali benefici si potevano ottenere. Abbiamo visto che nel contesto di Pavia, facendo lavorare il sistema integrato, anche solo nella stagione estiva, più prona alla siccità, si ottenevano più di 257 metri cubi di acqua di alta qualità. Prossimamente studieremo esclusivamente le applicazioni ospedaliere. Si riesce con la macchina a diminuire anche il consumo energetico: la macchina dà, infatti, un contributo, anche in aria fresca e calore. L’acqua, inoltre, va bene anche per pulire i pannelli fotovoltaici, presenti in quel contesto. Con parte dell’efficienza recuperata si può coprire, poi, il consumo della macchina»

Il gruppo di ricerca pavese fa tanti passi avanti per mettere la macchina a disposizione della comunità, inserendola in un flusso di lavoro.

Fondamentale è anche la filosofia di base enunciata nell’introduzione dello studio: «Molti cercano energia gratuita e rinnovabile, ma non possiamo continuare ad avere un consumo energetico sempre crescente - annota Cattani -. L’energia non si distrugge. Anche quando è fornita da risorse rinnovabili, un aumento del suo uso può contribuire al surriscaldamento globale. Una volta che la parte utile dell’energia è utilizzata degrada in calore che si accumula nell’ambiente e contribuisce all’aumento della temperatura. L’unica energia che non inquina è quella che non si consuma. Aumentare l’efficienza energetica è uno degli approcci più sensati».

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