Le sale continuano a svuotarsi,
ma il Natale resta un’eccezione
CINEMA È sfida al botteghino tra Checco Zalone con Buen Camino e il nuovo Avatar di James Cameron
Anche questo 2025 non fa che registrare la debacle del cinema in sala. Tuttavia, il declino della sala cinematografica come luogo di socialità e condivisione di emozioni subisce un benefico, quanto effimero, stop al momento dell’uscita dei cosiddetti film di Natale o meglio ancora delle feste. Anche se quest’anno la sperimentazione è avvenuta proprio nel giorno di Natale con l’uscita programmata del nuovo film della ritrovata coppia Nunziante – Zalone con Buen Camino che in pochi giorni ha guadagnato moltissimo al box-office, strapazzando l’altro filmone delle feste: Avatar: fuoco e cenere di James Cameron, che in verità all’incasso non si sta proprio comportando male. Tutt’altro.
Insomma, c’era una volta il cinepanettone. Mentre oggi il primato se lo contendono il furbo politicamente scorretto di Checco Zalone (il film è una variante del personaggio mediocre e finto redento inventato dall’attore pugliese) e la favola ecologistico-virtuale di uno dei più grandi registi del mondo. Pertanto, quali altri film possono stuzzicare la fantasia del pubblico? Di certo no: il tristissimo e inconcludente Father Mother Sister Brother, vincitore a Venezia, del regista americano - futuro francese - Jim Jarmush. Di certo sì: Primavera, esordio al cinema, quello alto e non derivato da messe in scena lirico-teatrali, di Damiano Michieletto, con una storia inventata, meglio dire verosimile, tratta da un romanzo di Tiziano Scarpa, che traccia uno spicchio di vita del grande Antonio Vivaldi e della prima orchestra tutta al femminile. Assolutamente geniale.
Film, invece tutto da discutere, per alcune incomprensibili posture ideologiche, è Norimberga di James Vanderbilt con Russell Crowne nei panni del gerarca nazista, Hermann Goering, ripreso un momento prima della sua teatrale uscita di scena, suicida col cianuro, dopo la condanna comminatagli per crimini contro l’umanità al Processo di Norimberga.
Tornando alle produzioni di casa potrà piacere un piccolo e delicato film come Gioia mia di Margherita Spampinato, racconto tutto al siciliano di un ragazzino dalla parlantina veloce e dal pensiero breve come tutti i bambini svelti e smaliziati.
Per finire, ancora uno sguardo a casa nostra con l’anteprima fino alla fine dell’anno di La grazia di Paolo Sorrentino con Toni Servillo e Anna Ferzetti. Dopo la sbandata sentimentale di Parthenope, il regista premio Oscar di Loro e Youth torna all’apologo morale di tanti altri suoi film. Sia questa la tendenza 2026 del cinema italiano?
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