COVID “Taglio” della quarantena per evitare gli isolamenti, oggi il vertice tra Cts e governo

I presidenti di Regione chiedono di eliminarla per chi ha tre dosi e lasciarla a cinque giorni per chi ne ha già ricevute due

Oggi il governo si confronterà con il Cts per rivedere la durata della quarantena per quelli positivi al Covid, ma già vaccinati. L’ipotesi più restrittiva prevede di ridurre la quarantena da sette a cinque giorni soltanto per chi è vaccinato con tre dosi. Si tratta però di un’opzione ritenuta inutile per garantire i servizi essenziali e quindi i presidenti di Regione chiedono di eliminarla per chi ha tre dosi e lasciarla a cinque giorni per chi ne ha già ricevute due. Dieci giorni rimane invece il periodo di isolamento obbligatorio per i non vaccinati.

«Basta- dice l’ex premier Matteo Renzi-. Le restrizioni devono valere solo per i No Vax e per i positivi finché sono positivi, come peraltro hanno annunciato due giorni fa negli Stati Uniti. Più che continuare a fare tamponi, è necessario investire sui vaccini: allunghiamo i turni degli hub vaccinali, per anticipare il più possibile la terza dose, come stanno facendo in molti altri Paesi».

Il sistema di tracciamento infatti è ormai in tilt. Ci sono attese di giorni per poter effettuare i test molecolari e il tracciamento dei contatti stretti con i positivi non sta funzionando perché bisognerebbe rintracciare migliaia e migliaia di persone, ma non c’è il personale sufficiente e in ogni caso il meccanismo non ottiene più riscontro.

Subito dopo le vacanze natalizie sarà allungato l’elenco dei lavoratori per cui scatta l’obbligo vaccinale dopo il personale sanitario, scolastico e delle forze dell’ordine, i lavoratori esterni delle Rsa. I primi dovrebbero essere i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgono mansioni di front office. Il ministro della pubblica istruzione Patrizio Bianchi ha assicurato che le scuole riapriranno in presenza il 10 gennaio «ad eccezione di quelle dove ci sono molti casi». Per la decisione definitiva bisognerà attendere la settimana del 3 gennaio e monitorare la situazione dei contagi, la risalita della curva epidemiologica. E se i dati saranno ancora in aumento non è escluso che vengano presi provvedimenti di chiusura, quantomeno per alcune aree.

«Mettere in quarantena i positivi, ma non i vaccinati, soprattutto quelli che hanno già la terza dose» ha invece chiesto il Presidente del Veneto Luca Zaia nel giorno che ha visto un’impennata record dei contagiati nella sua regione, oltre 7mila. «E quando c’è un contatto da mettere in quarantena - ha aggiunto - si parta dal presupposto che non si deve fare il tampone, che deve essere destinato, con questi numeri, al contatto che è sintomatico». «In Veneto stiamo registrando molti contagi - ha quindi specificato Zaia - perché siamo la Regione che fa più tamponi. C’è un dubbio che finiscano i reagenti e anche i tamponi perché qualche segnale sta arrivando dai mercati».

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