COVID Stretta sugli arrivi anche da Paesi Ue. Ok all’emergenza fino al 31 marzo

Servirà un test negativo, per i non immunizzati anche quarantena. L’Ue chiede lumi

Redazione web

Stretta sugli arrivi in Italia anche dai Paesi Ue, nel tentativo di arginare la diffusione della variante Omicron. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza che prevede l’obbligo del test negativo in partenza per tutti gli arrivi dai Paesi dell’Unione Europea. Sarà necessario un test molecolare per mezzo di tampone effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso nel territorio nazionale o un test antigenico con tampone nelle 24 ore antecedenti all’ingresso in Italia. Per i non vaccinati che arrivano nel nostro Paese, oltre al test negativo, è prevista anche la quarantena di 5 giorni. Sono prorogate inoltre le misure già previste per gli arrivi dai Paesi extraeuropei. L’ordinanza è valida a partire dal 16 dicembre e fino al 31 gennaio. «Quando gli Stati membri introducono condizioni aggiuntive o rendono le norme più severe, come nel caso dell’Italia e forse del Portogallo», questa scelta «deve essere giustificata sulla base della situazione reale», ha detto la vicepresidente della Commissione Ue, Vera Jourova, commentando l’ordinanza.

Sempre ieri il Consiglio dei ministri ha approvato la proroga dello stato di emergenza al 31 marzo 2022. Secondo quanto riferiscono fonti di governo, non è stata invece approvata alcuna misura che contempli obbligo di utilizzare mascherine all’aperto. Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha anche confermato che l’emendamento del governo alla manovra destinerà 3,8 miliardi contro il caro bollette per il primo trimestre. In particolare 1,8 miliardi serviranno ad annullare gli oneri generali di sistema per le utenze fino a 16kwh, 600 milioni per abbassare l’aliquota Iva del gas al 5% mentre vengono azzerati per tutti gli oneri di sistema per il gas. Altri 900 milioni serviranno per annullare gli aumenti per le famiglie svantaggiate, mentre l’esecutivo ragiona anche sulla possibile rateizzazione delle bollette.

Il decreto proroga tutte le disposizioni messe in campo per contrastare la pandemia, dalle zone di colore ai prezzi calmierati per test antigenici e tamponi molecolari. Fino al 31 marzo, inoltre, sono confermati i congedi parentali al 50% per i genitori con figli in quarantena causa Covid ed è prorogata anche la possibilità di smart working per i lavoratori fragili. Il testo stanzia poi 6 milioni, nel 2022, per la realizzazione di un hub militare «idoneo a consentire lo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le esigenze nazionali». Regioni, sindaci e alcuni ministri avevano insistito sulla possibilità di introdurre l’obbligo di mascherina all’aperto in tutta Italia. Del resto, il primo a invitare tutti a tenere alta la guardia resta Sergio Mattarella: «Oggi finalmente possiamo incontrarci, anche se le condizioni ci richiedono sempre molta attenzione e prudenza», ha detto consegnando al Quirinale gli attestati agli Alfieri della Repubblica. Plaudono alla decisione di Draghi sullo stato d’emergenza M5S, PD e FI. Resta invece sulle barricate Giorgia Meloni. «Dopo più di due anni non è emergenza, ma normalità. Il governo deve combattere la pandemia con i pieni strumenti democratici» attacca la leader FdI che lamenta un «problema per la democrazia».

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