Giulia a Dubai con il cuore in Italia

La 27enne di Mairano, ex hostess, ora al lavoro nel marketing, vive negli Emirati dal 2015

7 anni e centinaia di ore passate nei cieli intercontinentali, Giulia Scaglione è cresciuta a Mairano, frazione di Casaletto Lodigiano, ma vive a Dubai dal 2015, quando è atterrata nella “città delle architetture superlative” come hostess della compagnia aerea di bandiera Emirates. Stava progettando il matrimonio italo-libanese con il compagno Joseph quando è scoppiata l’emergenza. Ora attende che si calmino le acque per ridisegnare il suo progetto di vita, che comprende anche una nuova esperienza lavorativa.

«Dopo tre anni da “nomade” in giro per aeroporti e alberghi del mondo, ho appena terminato un master in Marketing Communication e al momento sto completando uno stage lavorativo di un anno all’interno del gruppo alberghiero francese Accor Group”- spiega -. Lavoro nel dipartimento di Brand Marketing degli uffici di Dubai che si occupano di gestire tutte le proprietà localizzate nella regione del Medio Oriente e in Africa. Un impiego più stabile, lontano dallo stress e dai miei lunghi jet-lag del passato».

Nel tuo caso non è stata la pandemia a bloccarti fuori dall’Italia…

«Già. Sono arrivata qui il 25 dicembre del 2015 pronta per vivere un’avventura nuova, che mi permettesse di esplorare il mondo. In mano avevo una laurea in Lingue e relazioni internazionali con specializzazione in arabo e tanta voglia di uscire dalla mia confort zone. Quindi sì, vivevo qui già molto prima del lockdown, ma devo ammettere che essendo abituata a prendere aerei con la facilità di chi prende la metro, vedermi negare la possibilità di spostarmi e tornare in Italia a mio piacimento è stato un duro colpo. Così come è stata dura la preoccupazione per la mia famiglia a Mairano. Mi mancano i miei affetti».

Come ha risposto Dubai all’emergenza Coronavirus?

«Le misure emanate sono state molto rigorose: obbligo di stare in casa, chiusura di aeroporti (salvo qualche volo in uscita), scuole e negozi, niente attività fisica, misurazione puntale della temperatura anche grazie ai caschi termo scanner della polizia, mascherine…

Ogni spostamento, anche per recarsi in farmacia, doveva essere comunicato al governo compilando un apposito modulo online. Solo dopo aver ricevuto la risposta, in poco meno di un quarto d’ora, si poteva uscir di casa. Ad ogni modo non più di una volta ogni tre giorni per la spesa, solo una volta ogni cinque per prelevare denaro contante. Ad ogni modo, le restrizioni sono state allentate dopo circa 30 giorni, con la riapertura di ristoranti e centri commerciali, di alcuni resort e hotel. Ma io e il mio gruppo di amici italiani abbiamo preferito evitare di raggiungere i mall. In generale la situazione è stata presa sul serio, anche perché davanti agli occhi del governo c’erano paesi “esempio” - proprio come l’Italia - già in prima linea nella lotta al virus».

Qual è ora la tua giornata tipo?

«In generale cerco di tenermi impegnata il più possibile. Lavoro da casa e tutti i pomeriggi ho un appuntamento Skype con mia sorella Anna: facciamo esercizio fisico online annullando la distanza tra Dubai e Mairano. Leggo e sto facendo un corso per imparare ad usare Photoshop, aiuto il mio fidanzato nello studio dell’italiano e ripasso con lui il dialetto libanese. E poi collaboro con una fondazione che aiuta gli animali abbandonati: ho appena adottato un gatto».

Quanto ha inciso l’emergenza sulle tue abitudini di vita?

«In questo periodo è cambiato il mio modo di lavorare, anche se devo dire che l’impegno è rimasto costante. Ora mi muovo in remoto, attraverso call e piattaforme web. A livello personale invece il lockdown mi ha causato non pochi impedimenti. Uno fra tutti? Io e Joseph stavamo organizzando il nostro matrimonio, con i preparativi e gli spostamenti di parenti e amici che ne conseguono. Aspettiamo che la situazione evolva… anche perché in Italia mia madre, mia sorella e le mie damigelle sono già pronte per la ricerca dell’abito da sposa (sorride, ndr)».

Hai mai pensato di raggiungere la tua famiglia in Italia?

«Solo con il cuore. In certe situazioni deve prevalere il raziocinio. Al di là delle difficoltà legate ai collegamenti aerei, non sarei mai tornata rischiando di mettere a repentaglio la salute della mia famiglia. Anche se la lontananza dagli affetti, per me, resta l’ostacolo maggiore».

La prima cosa che farai quando la situazione tornerà alla normalità?

«Superfluo aggiungerlo. Già mi vedo tenere in mano il biglietto con destinazione Milano Malpensa. Credo che Dubai sia una città molto attraente, con servizi ottimi e stipendi molto alti, ma per quanto mi riguarda non è in grado di competere con lo stile di vita, la bellezza e il calore italiani. Anche il mio ragazzo la pensa così. Ho sempre vissuto la mia condizione di residente all’estero come temporanea, anche per questo ho deciso di lasciare Emirates per intraprendere una carriera più “stabile” e spendibile altrove. La mia famiglia e i miei amici lo sanno bene: prima o poi tornerò stabilmente. Fosse anche solo per la buona cucina»

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