«Dovevo stare 2 mesi, sono ancora qui»

Alice Marchesin, 25 anni di Cornegliano Laudense, lavora a Dublino per LinkedIn

«Avrei dovuto trascorrere due mesi a Dublino per imparare l’inglese. Non ho mai preso il volo di ritorno».

Alice Marchesin oggi ha 25 anni e lavora da un anno e mezzo per LinkedIn, il social network dedicato all’occupazione professionale. Ma quattro anni fa, quando ha lasciato la sua Cornegliano Laudense per l’Irlanda, non avrebbe mai immaginato che quella terra tanto «cordiale, gentile ed ospitale» sarebbe diventata casa sua. E a chi non c’è mai stato, oggi consiglia: «Chiudete gli occhi e ascoltate la famosa canzone di Fiorella Mannoia…vedrete il verde dei prati e il blu cristallino del cielo».

Alice, sei partita nel 2016 e non sei più tornata. L’irlanda ti ha rubato il cuore…

«L’Irlanda ha mille aspetti caratteristici e per cui vale la pena di essere vissuta, a cominciare dalla bellezza della natura “di Smeraldo”. Riscoprire la dimensione umana, sedersi al pub da soli e cominciare a parlare con la persona seduta accanto a te: una signora che ti mostra la foto dei nipoti, un padre di famiglia che ha le borse della spesa… Qui è così: la cordialità, l’ospitalità e la gentilezza sono all’ordine del giorno. Ma soprattutto, non vieni giudicato!».

Insomma, ti sei fin da subito sentita a casa…

«Esatto. La bellezza di questo paese sono le persone stesse. Gli Irlandesi sono un popolo socievole, amichevole. È una cultura molto aperta la loro, e molto internazionale. Non a caso, sono qui da 4 anni. Sono riuscita a creare un bel gruppo di amici ‘locali’. Qui a Dublino, mi sento veramente a casa. Che dire della pioggia? Ti ci abitui!»


Che fai nella vita?

«Vivo a Dublino, capitale della verde e spumeggiante Irlanda. Lavoro come Member Support Consulant per LinkedIn. Assisto sia il mercato italiano che quello UK. Interagisco con i membri di LinkedIn ad un livello che supporti la piena esperienza del cliente, fornendo formazione ai professionisti in una comunicazione multichannel. Inoltre, faccio parte del “Buddy Program” per il mio dipartimento: supporto i nuovi assunti nelle prime settimane o nei primi mesi di lavoro».

È da tanto che non torni in Italia?

«Giusto in questi giorni sono riuscita a tornare a Conegliano dalla mia famiglia: starà qui fino a domenica. Al rientro dovrò osservare 14 giorni di isolamento a casa, ma dopo tre mesi di quarantena, due settimane extra non mi cambiano molto onestamente».

Come è stato vivere il lockdown irlandese?

«È stato molto difficile stare lontani da casa in questa situazione. Il giorno prima di S. Patrizio (17 Marzo, ndr), il Paese ha chiuso negozi, pub, ristoranti, uffici. Le attività hanno iniziato a riaprire a fine giugno. Sono orgogliosa di come questo paese abbia giocato d’anticipo sulla prevenzione, permettendo così di evitare un collasso a livello sanitario e pubblico. Ovvio che alcuni Irlandesi hanno utilizzato questo momento per fare più ‘baccano’ del solito e festeggiare bevendo qualche pinta extra. Ma si sa, ovunque ci sono state persone che non hanno molto rispettato le direttive imposte. Inoltre, il governo locale ha stanziato un budget per persona di 300 euro settimanali che sono stati devoluti a tutte quelle persone lei cui attività erano state sospese».

Il tuo lavoro ha subito limitazioni?

«Fortunatamente non molto. Anzi, la mia compagnia mi ha fornito desk, sedia e monitor affinché avessi potuto lavorare al pieno delle prestazioni anche da remoto. Tutto sommato, non mi lamento per niente del lavoro da casa! Sarà così probabilmente fino ad ottobre. L’azienda infatti sta risistemando tutti gli spazi interni per garantire distanziamento sociale e rispetto delle norme di sicurezza. Dunque gli uffici riapriranno in autunno, ma i dipendenti andranno a lavorare su base volontaria, in turnazione. Se non te la senti, continui sempre a lavorare da casa».

Che fai nel tempo libero?

«Amo allenarmi. Ogni giorno mi alleno un’ora e, nel fine settimana, aggiungo un paio di corse all’aria aperta, per sgranchire la settimana passata seduta davanti al pc. Cucino anche parecchio, cercando di portare alte le tradizioni culinarie italiane. Mia nonna probabilmente potrebbe urlami contro se non lo facessi. (Sorride, ndr)».

Ora che la situazione sta tornando alla normalità, quali sono i tuoi programmi per i prossimi mesi?  

«Penso già al programmare i prossimi viaggi. Sono solita, una volta all’anno, partire con tenda e zaino in spalla, andando a scoprire qualche nuova cultura in giro per il mondo. Mia sorella vorrebbe unirsi: stiamo pensando alla Mongolia per l’anno prossimo. Dita incrociate».

Superfluo chiedertelo. Hai mai pensato di tornare a vivere in Italia?

«Mai. L’Italia è il paese più bello d’eccellenza, in termini culturali e artistici. Quando però ti abitui a vivere all’estero, ti accorgi ancora di come noi abbiamo molta, moltissima strada da fare. È come se mi tagliassero le ali. Magari un giorno, mi piacerebbe tanto passare il pensionamento tranquilla, godendomi la vecchiaia in qualche posto soleggiato della bella Toscana. Così, mi piace sognare. Ma per ora no. Hai limitate possibilità di crescita professionale in Italia. Non sto dicendo che non ce ne siano, attenzione, ma all’estero la mentalità e le possibilità sono ben altre.  Dunque, carpe diem!».

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