Una società che fa meno figli e che sta invecchiando

di Nicola Salvagnin

Se le elezioni in Italia sono il momento di espressione più chiara degli orizzonti politici, gli slogan sono il termometro più preciso per misurare ciò che i partiti colgono tra le pieghe della società italiana: a cominciare dal portafoglio. E se nel 1994 dominò il “milione di posti di lavoro”, era chiaro che il target erano quei tanti giovani in cerca di occupazione.

Nel 2001 fu “meno tasse per tutti” a cercare di attirare gli italiani diventati lavoratori e alle prese con fisco e 740. Bene, nel 2018 il target di riferimento sarà chiarissimo: gli anziani, chi ha 60 anni ed oltre, insomma chi gira nei paraggi o ha già conquistato un’agognata pensione. I partiti faranno a gara ad allargare i cordoni della borsa pubblica, a promettere integrazioni, estensioni, meno limitazioni. Più soldi, prima del solito.

Il perché è chiaro: la società italiana è invecchiata. Si fanno sempre meno figli mentre l’età media si è (fortunatamente) innalzata. Quindi cresce la platea degli “anta”, diminuisce quella dei giovani.

In più, i primi votano e sono molto più attenti agli interessi concreti rispetto ai venti-trentenni spesso disillusi, lontani dalla politica (e dalle schede di voto). Insomma vincerà o conquisterà punti chi saprà parlare con note più dolci a chi frequenterà di più le urne elettorali.

Si dice: stiamo creando le condizioni per una guerra generazionale. Soldi ai vecchi, sottratti ai giovani. È vero ma solo in parte. I “soldi ai vecchi” non andranno mai ai giovani, perché non esiste il modo di farlo. Gli anziani hanno pagato contributi che ora ritornano con le pensioni; i giovani non possono essere sussidiati nel non fare niente. E poi la pensione del nonno è una certezza che mette d’accordo anche il padre che ha dato l’addio al posto di lavoro stabile, e il figlio che il lavoro stabile non sa proprio cosa sia.

È come se la politica, come se la società italiana avesse smesso di sperare nel meglio e pensasse solo a mettere le spalle al coperto, a recuperare qualche certezza in un presente che ne ha smantellate molte. “Almeno ci sono le pensioni” sarà il refrain di questa futura campagna elettorale, convinti tutti che sia meglio un uovo oggi che un’incerta gallina domani. Anche se domani, chi farà le uova?

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