San Bassiano porti in dono un orizzonte comune

L’editoriale di Lorenzo Rinaldi

Con i “mercanti di neve” quest’anno sono arrivate notizie amare, che ci costringono a riflettere e mettono in luce le contraddizioni di questa nuova società, che sembra aver sacrificato la ragione e il cuore sull’altare dei social network. Eppure nonostante tutto sembri avversare il principio di umanità che dovrebbe guidare le nostre azioni, non possiamo non guardarci indietro e attingere all’esempio dei nostri santi patroni per guardare con fiducia al futuro. San Bassiano consegna alla terra laudense il sentimento e l’orgoglio di una comunità, un dono da custodire gelosamente perché frutto del lavoro faticoso dei nostri padri. E ci invita a rinnovare, nel giorno della festa, quel patto sociale che da secoli tiene unite le nostre genti.

Sappiano gli amministratori laudensi, sull’esempio del nostro santo, operare con laboriosità e intelligenza affinché la comunità resti unita. Solo nell’unione e nella condivisione degli obiettivi comuni potremo pensare di affrontare con qualche possibilità di successo le sfide di questa complessa modernità. Penso agli ultimi, agli emarginati, ai quali il nostro giornale ha dato spesso una voce, un volto, una dignità. Penso alla nuova categoria sociale (se tale può essere definita senza offendere nessuno) dei “lavoratori poveri”, che cercano di portare avanti una esistenza dignitosa basata sul proprio salario ma che a causa dell’aumento dell’inflazione degli ultimi anni si trovano oggi in estrema difficoltà. Penso ai papà e alle mamme separati e al dolore che portano dentro. Penso alle donne alle quali quotidianamente viene negata la dignità e a quelle vittima della violenza. Il pensiero va, ancora, alle famiglie e al senso di fatica provato talvolta dai genitori di fronte a un futuro difficile da interpretare per i propri figli, immersi come siamo in un mondo che guarda alla guerra come strumento di risoluzione delle controversie, agli effetti perversi del cambiamento climatico e di una globalizzazione economica spietata, a rapporti umani che sembrano raffreddarsi, alla perdita di valori e a una piaga sociale come il bullismo e oggi, ancor di più, il cyber bullismo .

Viviamo un tempo di cambiamento, veloce, a tratti rivoluzionario. Ci dicono che l’intelligenza artificiale modificherà presto le nostre esistenze, forse le migliorerà; ma tutte le transizioni hanno anche effetti negativi, destabilizzanti, pensiamo solo ai posti di lavoro che la tecnologia metterà in discussione. E allora solo se la nostra comunità resterà unita avremo la speranza di poter traguardare il futuro prossimo raccogliendone i frutti positivi.

L’unità di intenti, pur senza puntare a una pericolosa omologazione. Questo il dono che chiediamo oggi a San Bassiano. Unità di intenti a tutti i livelli della società laudense. A partire da quanti sono chiamati ad amministrare le nostre comunità, affinché nella legittima e doverosa distinzione dei ruoli e delle opinioni possano individuare la strada che ci conduce alla difesa del bene collettivo. Ci sono valori non negoziabili ed elementi identitari impregnati in ogni zolla della nostra terra: non vergogniamocene, ma al contrario poniamoli al centro del pubblico impegno.

Buon San Bassiano!

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