
Editoriali / Lodi
Lunedì 19 Maggio 2025
L’intelligenza artificiale e la voce degli “scartati”
LA SFIDA Le potenti tecnologie siano davvero al servizio del bene comune
Dopo solo 28 ore dalla sua elezione, al primo discorso ufficiale nel suo nuovo ruolo, Leone XIV parla di intelligenza artificiale. Spiegando il motivo della scelta di questo nome, il nuovo Papa ha detto: «Ho pensato di prendere il nome di Leone XIV […] principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro». Cosa fa un Papa e cosa fanno i cristiani? Abitano il loro tempo, annunciando il Vangelo, buona notizia per un’umanità che sempre deve essere custodita nella sua dignità, dentro un quadro sociale giusto e capace di garantire a tutti una esperienza lavorativa dignitosa. Cosa sempre fa la Chiesa intera? Si interroga sui passaggi epocali e rivoluzionari della storia, quelli che chiedono particolare attenzione, anche una certa audacia nell’individuare strade nuove, e prima ancora parole e visioni adeguate, all’altezza delle sfide che tali cambiamenti pongono. Cento anni fa Leone XIII, ora Leone XIV e tutti noi con lui. In questo esercizio di discernimento la Chiesa offre a tutti una sapienza bimillenaria che non propone risposte vecchie a domande nuove (come soleva dire Papa Francesco) ma le permette di condividere con tutti (pronome più volte apparso sulla bocca di Papa Leone) un cammino condiviso di ricerca verso il bene comune.
Come a questo servizio contribuirà il nuovo Vescovo di Roma lo vedremo naturalmente nei prossimi mesi. Un punto di vista preciso, però, il Papa lo ha già offerto nelle poche parole finora pronunciate, ancora una volta citando Papa Francesco: i poveri e gli scartati.
Quando parliamo di intelligenza artificiale la mente va subito, e per certi versi correttamente, a tecnologie avanzatissime caratterizzate da risultati innovativi e clamorosamente efficaci. Ci vengono in mente la Silicon Valley, potenti computer, incredibili robot, i viaggi su Marte e una medicina che, veramente, fa miracoli. Tutto vero: la nostra società occidentale sta sperimentando questo incredibile ben di dio tecnologico, frutto della nostra migliore intelligenza. Ma come vedono questo processo i poveri e gli scartati? Come reagiscono alla medicina fantascientifica che abbiamo paesi e popolazioni in cui si muore ancora per la mancanza di una banale aspirina? Cosa pensano dei viaggi interstellari i ragazzi e le ragazze che ancora non possono andare a scuola nel villaggio più vicino?
Le risposte sono probabilmente più complesse di quelle che facilmente ci vengono alla mente; il fenomeno “intelligenza artificiale” è davvero globale e capace di attraversare e modificare (anzitutto in senso positivo) culture, società ed economie molto diverse. Non è solo un fenomeno per ricchi e offre potenti soluzioni a basso costo anche per realtà più in sofferenza. Papa Leone sa però bene che è sempre presente il rischio di vedere le trasformazioni in atto solo dal nostro punto di vista occidentale, iper ricco e ipertecnologico.
Se davvero è necessario il contributo di tutti per comprendere una via umana all’intelligenza artificiale che custodisca il bene comune, allora il punto di vista dei poveri e degli scartati è decisivo. E se c’è una cosa che la sapienza bimillenaria della Chiesa può offrire, questa è esattamente l’attenzione a che questa voce non si perda, soverchiata da altre ben più forti e potenti.
*Sacerdote, Coordinatore di Segreteria della Pontificia Accademia per la Vita (Santa Sede)
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