L’eredità di don Angelo, don Olivo e don Peppino

IL COMMENTO di Mario Uccellini

Questa settimana, lunedì sera e giovedì 26, in diocesi, diverse celebrazioni ricordano don Angelo Carioni, don Olivo Dragoni e don Peppino Barbesta. Tre sacerdoti diversissimi tra loro eppure tutti capaci di lasciare un segno forte nelle persone che hanno incontrato. Don Angelo ci ha lasciato 15 anni fa, don Peppino manca da quattro anni, don Olivo da tre. In ricordo di don Angelo è stata costituita l’Associazione “Amici di don Angelo”, don Peppino vive nel Centro di Documentazione Lavoratori Credenti, a don Olivo è intitolato l’Emporio Solidale.

Tre uomini, tre culture, tre sensibilità, tre caratteri molto diversi fra di loro: eppure rimangono eredità per chi li ha incontrati. Curavano costantemente la relazione con le persone, piccoli o adulti che fossero; vivevano insieme a loro, condividevano le passioni (di don Angelo sono proverbiali le scampagnate in bici), entravano nelle case per sedere alla stessa mensa. La loro priorità assoluta era la vicinanza alla gente: nei momenti di smarrimento, di difficoltà, di gioia, di lutto. Offrivano una proposta accattivante di crescita educativa e cristiana, che finiva per essere anche un futuro baluardo di educazione civica e politica. Non siamo soli al mondo e quando sei impegnato nel gioco, vinci se tutti i partecipanti vincono (insegnava don Angelo). Non si gareggia per prevalere, magari usando ogni mezzo o sotterfugio.

Don Peppino richiamava sempre all’attenzione verso l’altro e di fronte a qualsiasi necessità, guerra o catastrofe, domandava sempre: “E noi cosa facciamo?”. Il rimanere spettatori va vissuto proprio come un peccato mortale!

Don Olivo era prete amico, aperto all’ascolto, guida affabile e rispettosa di tanti, formatore di coscienze per laici, per sacerdoti e per missionari, testimone di pace, di speranza per tutti, di mondialità e missionarietà.

Avevano addosso l’odore delle pecore. La Chiesa ha fame di sacerdoti-pastori, che curano anime e persone, le accolgono, le prendono per mano, le affiancano nella loro quotidianità, spartiscono la vita nelle sue vicende apparentemente minute. Ha bisogno di educatori innamorati e di testimoni credibili: se li guardi in volto, avverti subito la loro trasparenza umana, il disinteresse più alto verso beni e carriera, la scelta preferenziali degli ultimi, il cuore sempre aperto e l’abbraccio coinvolgente. Sono i testimoni che segnano il percorso e la vita di chi è loro accanto, dagli scout, agli Oratori, alle Parrocchie, al sindacato, al mondo intero.

Grazie, don Angelo, grazie don Olivo e grazie don Peppino: preti della nostra Chiesa lodigiana, di cui siamo fieri esserne parte.

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