Le imprese lodigiane e i futuri assetti del territorio

di Ance Milano, Lodi, Monza e Brianza Associazione Piccole e Medie Industrie Lodi Ascom del Basso Lodigiano - Confcommercio Associazione Industriali del Lodigiano – Assolodi Asvicom della Provincia di Lodi Confagricoltura Milano, Lodi e Monza Brianza Confartigianato Imprese Provincia di Lodi Unione Artigiani e Imprese Lodi Unione del Commercio di Lodi – Confcommercio

Il 26 ottobre scorso, la risposta del Direttore de il Cittadino a un lettore nella rubrica “Lettere e opinioni” ha fatto riemergere il tema delle strategie circa le possibili alleanze del Lodigiano con Milano e la Città metropolitana o, in alternativa, con altre aree territoriali ( ad es. Crema e la vicina provincia di Cremona). Le sottoscritte Associazioni datoriali, che operano ormai da decenni nel Lodigiano e rappresentano la grande maggioranza delle imprese dei diversi settori dell’economia locale, ritengono doveroso raccogliere l’invito a contribuire al confronto, manifestando la propria posizione, peraltro già espressa nei comportamenti e nelle azioni messe in atto in questi anni, in modo unitario.

Come noto, le nostre Associazioni hanno concorso in modo unanime alla decisione di trasformare l’esperienza della Camera di Commercio di Lodi attraverso la partecipazione, con le sorelle di Milano e di Monza, alla formazione della Camera metropolitana, la maggiore in Italia e tra le prime in Europa. Per inciso, vale la pena rilevare che la maggior parte delle stesse scriventi Associazioni ha il medesimo perimetro territoriale di rappresentanza della nuova Camera Metropolitana. Si è trattato di una scelta dovuta: a) in primo luogo agli effetti della “Riforma Renzi”, che ha obbligato alle aggregazioni le Camere più piccole; b) in secondo luogo a ragioni obiettive che sono state in più occasioni da noi esplicitate e che concernono, tra l’altro:

• la maggior coerenza sociale e demografica e la complementarietà economica;

• la disponibilità di maggiori risorse per gli interventi economici diretti alle imprese e per quelli infrastrutturali, che sono stati ridotti, negli ultimi due anni della CCIAA di Lodi, a non più di € 500.000 all’anno (peraltro facendo ricorso alle riserve); viceversa, già nel bilancio 2018 la nuova CCIAA potrà disporre di almeno 20 milioni di euro;

• la maggiore omogeneità tra il personale camerale già impiegato nei rispettivi territori;

• l’ esistenza di consolidati rapporti con le Associazioni dei territori di Milano e della Brianza.

I fatti recenti dimostrano che si è trattato di una decisione tempestiva e lungimirante perché, solo per citare un esempio, la recente costituzione della Camera di Pavia, Cremona, Mantova ha sottratto Lodi dal pericolo di far parte “obtorto collo” di un Ente dal perimetro anomalo, lungo quanto la distanza che esiste dal Ticino al Mincio, estremamente multipolare e con una particolare complessità di governance (per non dire che la sede è stata fissata niente meno che a Mantova). Si tratta pertanto di una scelta che non può essere definita, come scritto ingenerosamente, “un disastro”. In uno scenario economico e sociale sempre più internazionale, dove uno dei cuori pulsanti del sistema produttivo europeo è collocato nell’area territoriale compresa fra Milano, Monza e Lodi, viene - sul Vostro giornale- lamentato il fatto che non sia stata ottenuta la Vice Presidenza per un “lodigiano”; tuttavia, vorremmo evidenziare che un esponente del nostro territorio siede nell’organo ristretto della Giunta esecutiva camerale, al pari del ben più consistente territorio della Brianza. Inoltre, giova anche ricordare che sui complessivi 33 consiglieri della nuova Camera Metropolitana, sono ben 5 quelli designati dalle Associazioni Lodigiane (tra cui la prestigiosa rappresentanza del vasto mondo delle Professioni); forse più di quanto sarebbe spettato all’economia lodigiana in base a un mero calcolo ponderato sulle proprie dimensioni (le 16.800 attività locali incidono per il 3% circa sulle quasi 500.000 imprese registrate dell’intera Camera metropolitana). Siamo solo all’inizio di un percorso del tutto nuovo, dentro al quale siamo sicuri che, al di là dei numeri che ci penalizzano, conterà la nostra capacità di elaborare proposte serie, in grado di recare beneficio concreto alle imprese che rappresentiamo.

Quanto al futuro assetto istituzionale del Lodigiano, riteniamo che il territorio debba uscire dalle oscillazioni degli scorsi mesi, quando l’esito del referendum costituzionale ha portato il pendolo della politica locale, espressa nell’Assemblea dei Sindaci, a muoversi dall’opzione per Milano a quella per Crema, sino all’attuale stallo. Questa instabilità di valutazione e di orientamento è sintomo di posizioni ancora non del tutto definite sotto il profilo di una adeguata visione strategica. Dal nostro canto, ribadiamo la straordinaria opportunità insita nel proporre il territorio lodigiano come soggetto attivo e protagonista di una nuova geografia economica capace di guardare verso la Città metropolitana con idee e proposte attraverso le quali implementare e far crescere le peculiarità del nostro territorio. Le nostre Associazioni, nella forma più ampia e coesa possibile, si impegnano a organizzare nei prossimi mesi ogni utile iniziativa che possa giovare a tutta la comunità lodigiana a intraprendere la strada più appropriata, attraverso la quale assicurare alle persone, alle famiglie ed alle imprese le migliori condizioni per il proprio sviluppo economico e sociale.

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