Le banche in salute sono utili all’intero Paese

L’editoriale di Alessandro Azzi

I risultati delle verifiche (stress test) dell’Autorità Bancaria e della Banca Centrale Europea su stabilità e tenuta dei gruppi bancari e dei singoli istituti ci dicono che in Italia le banche sono solide e resilienti a eventuali shock sistemici. Nel dibattito degli ultimi giorni su opportunità e modulazione di un’extra tassa sui ricavi incrementali del settore - collegati all’aumento dei tassi voluto dalla BCE a contrasto dell’inflazione - andrebbe considerato che banche in buona salute sono un bene per tutti: risparmiatori, imprese e politica. Va poi detto che, oltre a consentire l’accesso al credito (e quindi capacità di investimento sul futuro) a famiglie e aziende, le banche contribuiscono in rilevante misura anche alla sottoscrizione del debito pubblico nazionale.

Tornando ai test europei, ottimo posizionamento è stato ottenuto dai Gruppi Bancari Cooperativi ai quali afferiscono circa 190 BCC in Italia; 27 nella sola Lombardia con oltre 205.000 soci, 5.400 dipendenti, 736 sportelli e 1 milione di clienti. Nelle simulazioni ICCREA e Cassa Centrale hanno registrato, per tenuta e robustezza, i risultati migliori nella classifica sia italiana che europea.

Trascorsi 140 anni dalla nascita della prima cassa rurale, 30 anni dall’emanazione del Testo Unico Bancario che aggiornò la regolamentazione delle banche di credito cooperativo e dopo quasi un lustro dalla nascita dei Gruppi Cooperativi, il “modello BCC” trova ora rinnovata e certificata conferma della propria attualità ed efficacia. Una prassi “differente” di fare banca a “trazione” cooperativa e mutualistica, orientata allo sviluppo integrale delle comunità. Tre le “regole auree” che forse non tutti conoscono: l’obbligo di prestare denaro per almeno il 50,1% ai soci; di erogare credito per oltre il 95% a chi vive e lavora nel territorio dove è raccolto il risparmio; di destinare – per tornare al tema di questi giorni – almeno il 70% degli utili (in realtà in media il 90%) a riserva indivisibile.

Un’originalità riconosciuta anche dal Presidente Mattarella che durante l’Assemblea di Federcasse ha ringraziato il Credito Cooperativo, a nome della Repubblica Italiana, per il servizio e il ruolo economico e sociale a sostegno della popolazione delle aree interne del Paese, in controtendenza rispetto al fenomeno della “desertificazione”: in 702 Comuni le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria.

Guardando al futuro delle BCC le sfide si giocheranno su più fronti. Segnali positivi a livello europeo sembrano arrivare circa il riconoscimento di un più adeguato livello di applicazione del principio di “proporzionalità” nella traduzione operativa di normativa e vigilanza.

Nell’azione quotidiana, poi, occorrerà restare fedeli al concetto di “prossimità”, rinnovando e coniugando la relazione diretta col territorio con le opportunità del digitale, per rispondere alle nuove esigenze della comunità.

Infine, una delle partite decisive si giocherà nel “passaggio intergenerazionale”: puntare con entusiasmo e fiducia sul protagonismo dei giovani soci farà sì che questa storia di valore e successo possa arricchirsi di nuovi capitoli. 

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