La sigla della vergogna sulla piccola bara di Cutro

Tanti bambini affogati non avranno più neppure un nome

KR70M6: dietro questa sigla anonima potrebbe esserci di tutto: il nome di un nuovo videogioco o di barrette energetiche oppure di mangime per pesci…È la prefetta di Crotone Maria Carolina Ippolito a chiarire che «KR» sta per Crotone, «70» indica la settantesima salma recuperata, «M» vuol dire che è un maschio, mentre «6» è l’età presunta. Intanto aggiorna con precisione la lista dei morti a cui si cerca di dare un nome. La sigla KR70M6 sarà invece il solo nome impresso sulla bara bianca di questo bimbo rimasto anonimo, morto gonfio di acqua e di terrore insieme ad altre settanta persone a pochi metri da una delle bellissime spiagge della Calabria. È la sigla della vergogna. Una vergogna che migliaia di persone cercano faticosamente di sciogliere con le lacrime, mentre pregano la via crucis dietro una croce storta, rappezzata con parti di quella chiglia che si è squarciata a pochi metri da lì. Il vescovo di Crotone, che prega dietro questa croce insieme all’imam, lancia una domanda: “Come mai dopo 2000 anni di cammino dietro Gesù non abbiamo imparato veramente ad accoglierci? Qualcosa non sta funzionando nella nostra vita”.

Una risposta sembra giungere dalla biblista Rosanna Virgili. Scrive: “È la storia a smentire le false verità, a togliere qualsiasi credibile dignità morale ai proclami di chi oggi governa in Europa. Gente che sembra non conoscere il passato che, appunto, sarebbe un maestro di vita. Difetto ancor più grave in chi si fa eleggere dicendosi cristiano o cristiana e, magari, non ha mai aperto una pagina dei testi “rivelati” e comunque non ne frequenta”. Un’altra risposta la dà monsignor Lorefice, arcivescovo di Palermo: “Non c’è spazio oggi per i qualunquismi: è tempo per tutti noi di rifuggire con chiarezza da ogni narrazione tesa a colpevolizzare l’anello più debole della società. La responsabilità è nostra: quel che è avvenuto a Cutro non è stato un incidente, bensì la naturale conseguenza delle politiche italiane ed europee di questi anni, la naturale conseguenza del modo in cui noi cittadini, noi cristiani, malgrado il continuo appello di Papa Francesco, non abbiamo levato la nostra voce, non abbiamo fatto quel che era necessario fare girandoci dall’altra parte o rimanendo tiepidi e timorosi”. Intanto il mare continua a rilasciare sulla spiaggia di Steccato di Cutro calzini spaiati e scarpe di piedi che non ci sono più, giubbotti di salvataggio che non hanno potuto garantire alcuna salvezza, una felpa grigia misura 24-36 mesi, la misura di mio nipotino…E la «vergogna di essere uomini», per aver visto accadere quello che non avrebbe dovuto accadere, continuerà forse a chiedere a KR70M6 cosa c’era nei suoi sogni. A lui, a Meysam, a Quasim, Munika, Maewa, Hadija, Tajib, Shahida e agli altri 20.000 e più affogati nel nostro mare.

Il suo “sogno” Kenan Shukur, afghano di ventisei anni, l’aveva scritto ed inviato allo zio perché fosse messo sulla sua tomba: «La terra della mia anima è così dura/c’è un sasso pesante sul mio petto/da questo barcone ho capito che chi vede la realtà deve essere realista/ che sei il luogo in cui arrivi e quella è la tua ultima destinazione».

Era un “sogno” impastato di angoscia e di realtà, quella della nostra terra, resa ancora più dura da quel “sasso pesante” come un macigno delle parole del ministro Piantedosi: “L’unica cosa che va affermata è che non devono partire”! Il mare, che ora imbratta la “sabbia dorata” di legni di scafo marcio, biberon, giubbini di jeans… poi inghiottirà nuovamente tutto e, con la solerte collaborazione umana, l’arenile tornerà a essere “quasi del tutto libero”, come se nessuno fosse mai partito e mai affogato. Il rischio concretissimo - afferma ancora monsignor Lorefice - è di ammalarci tutti “di una forma particolare di Alzheimer, un Alzheimer che fa dimenticare i volti dei bambini, la bellezza delle donne, il vigore degli uomini, la tenerezza saggia degli anziani. Fa dimenticare la fragranza di una mensa condivisa”. E allora KR70M6 sarà solo la sigla di mangime per pesci.

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