Insegniamo agli studenti il rispetto delle regole

IL COMMENTO di Daniele Nappo, direttore Scuola Freud Milano

Daniele Nappo*

Nell’ambito del percorso rivolto ai giovani avviato dalla Compagnia della Solidarietà di Lodi, riportiamo l’intervento di Daniele Nappo, che arriva a un mese di distanza circa dall’incontro organizzato all’auditorium Bpl con Paolo Crepet.

Il rispetto delle regole è un valore importantissimo per il buon funzionamento della società ed è fondamentale insegnarlo fin dalla giovane età. Oggi spesso gli studenti sono influenzati dalla cultura dell’individualismo ossia quella voglia di prendere decisioni non collegate agli interessi della collettività e di “essere” anche contro le aspettative sociali e familiari.È anche frequente che gli adolescenti rifiutino genitori e scuola: come diceva Erik Erikson la fase dell’adolescenza “è quella dell’identità vs. confusione di ruolo”.

cioè una forma di relativismo. Una posizione secondo cui non esistono verità assolute e universali ma ogni idea, valore o conoscenza diventa relativa, una sorta di vale tutto quindi niente ha valore.

Al contrario i ragazzi hanno bisogno di un’educazione che li aiuti a comprendere l’importanza di vivere in un contesto sociale che richiede norme, da apprendere in modo attivo, per garantire il benessere collettivo. I giovani imparano non solo attraverso le parole, ma soprattutto per mezzo dell’esempio: gli insegnanti, i genitori e le figure di riferimento devono rappresentare il rispetto dei principi. I docenti non devono solo trasmettere contenuti, ma incarnare anche valori atteggiamenti e comportamenti perché un professore è un modello di riferimento per gli studenti molto di più di quanto si possa immaginare. Con il rispetto, l’empatia, la giustizia un insegnante appassionato trasmette e contagia positivamente i suoi studenti. Se un adulto non rispetta una regola faticosamente un ragazzo sarà motivato a farlo. L’insegnamento più efficace è l’esempio silenzioso, perché un docente lascia sempre il segno.

L’autorevolezza non deve essere confusa però con l’autoritarismo: il rispetto delle regole deve essere visto come una necessità per vivere insieme in armonia, non come un’imposizione. Le norme sono quindi uno strumento di crescita, non sono limitazioni ma mezzi che permettono agli studenti di svilupparsi come individui responsabili. Ogni professore è un esempio anche quando non sta spiegando perché gli adolescenti non imparano solo quello che viene insegnato, ma anche e soprattutto come il docente si pone.

L’insegnamento delle norme deve essere accompagnato dalla spiegazione dei motivi che le giustificano. Ad esempio spiegare perché è rilevante non interrompere gli altri o rispettare gli orari aiuta a far comprendere il valore del rispetto per l’ambiente scolastico e per i compagni. Questo approccio stimola una riflessione critica che rende i precetti o i canoni di comportamento, che dir si voglia, più chiari e interiorizzabili. La partecipazione attiva è un altro modo efficiente: coinvolgere gli allievi nel processo di descrizione di alcune regole, od organizzare discussioni in cui si possa esprimere la propria opinione su ciò che rende l’ambiente scolastico sicuro e piacevole, contribuisce a farli sentire protagonisti nella creazione di un luogo condiviso oltre che rendere le lezioni più vive e maggiormente interessanti perché si crea dialogo con scambio di posizioni diverse.

Quando gli studenti partecipano attivamente sono più inclini a rispettare le regole che loro stessi hanno contribuito a stabilire. La disciplina come educazione e non come punizione è quindi la risposta anche se spesso essa viene percepita come un sistema di castighi. In realtà dovrebbe essere valutata come un’opportunità educativa. Se uno studente non rispetta una disposizione è importante che venga aiutato a comprendere le conseguenze del suo comportamento e a riflettere su come migliorare. Le “punizioni” dovrebbero essere proporzionate e mirate a insegnare, non a umiliare o sminuire la persona.

Il ruolo della comunità scolastica è basilare: le scuole dovrebbero sviluppare una vera e propria cultura del rispetto delle regole, senza la scuola sarebbe un luogo caotico dove imparare ed insegnare sarebbe difficile. Tutti gli attori della comunità scolastica (insegnanti, genitori, giovani, personale amministrativo) devono essere uniti in questo impegno, perché le norme non sono vincoli, ma mezzi di rispetto biunivoco. Solo in questo modo esse smettono di essere un concetto astratto e diventano parte integrante della vita quotidiana: le regole della scuola preparano alla vita sociale.

Insegnare agli studenti di oggi il rispetto delle norme è una delle sfide più importanti del nostro tempo, la scuola è il primo luogo in cui s’impara che la libertà di ciascuno finisce dove inizia quella degli altri. Non si tratta solo di far rispettare le “leggi”, ma di formare cittadini consapevoli e responsabili. Le regole sono quindi, per finire, il fondamento di una convivenza pacifica e collaborativa e solo tramite un’educazione che stimola la riflessione, la partecipazione e l’esempio possiamo costruire una società migliore per le generazioni future. 

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