Il Sudmilano rimane terra rischiosa per i ciclisti: a quando un piano che unisca tutti i Comuni?

Il commento di Marco Ostoni

Lasciando a margine, per una volta, il tema della sicurezza e del controllo del territorio – purtroppo ancora molto “caldo” soprattutto a San Donato, dove a poco è valso sin qui l’impegno aggiuntivo delle forze dell’ordine per scongiurare furti e spaccate perpetrati dalla microcriminalità in arrivo dalla vicina Milano ai danni degli esercizi commerciali – mette conto quest’oggi di soffermarsi su un’altra questione cruciale per l’intero Sudmilano che è quella della mobilità dolce. Se è vero, infatti, che qualcosa si muove nell’ambito dei trasporti via ferro, in specie lungo la via Emilia con l’annunciata ripartenza della Linea S12 Melegnano-Rogoredo e auspicabilmente in un futuro non troppo lontano con la tramvia Paullo-Peschiera, sul fronte delle due ruote la dotazione infrastrutturale è ancora deficitaria e, di conseguenza, anche la possibilità di muoversi in sicurezza per i ciclisti non è adeguatamente garantita. Ciò è vero soprattutto per i collegamenti nord-sud ed est-ovest di medio raggio, dunque per il pendolarismo intercomunale, mentre all’interno degli abitati gli sforzi e gli investimenti a vario livello degli ultimi anni hanno indubbiamente migliorato quasi ovunque – dai piccoli ai grandi centri dell’area – la rete di percorsi protetti destinata alle biciclette.

Spostarsi in sicurezza sulle due ruote da Melegnano a San Donato o da Paullo a Peschiera, ma anche, orizzontalmente, da Melegnano a Paullo è ancora molto pericoloso (nel primo caso e nel terzo) o disagevole (nel secondo); i percorsi dedicati, infatti, laddove esistono, si presentano tortuosi e spesso in cattive condizioni di manutenzione, mentre sull’asse della via Emilia e della Cerca non c’è nemmeno la possibilità di muoversi senza rischi, se non per brevissimi segmenti interni ai singoli abitati.

Il tema è noto da decenni e anche su queste colonne si è già avuto modo di parlarne, ma nonostante la pressione delle associazioni di categoria e le buone intenzioni manifestate da molti amministratori, di concreto non si è visto ancora nulla. Cerca e via Emilia sono strade “off limits” per le due ruote (ivi compresi i monopattini elettrici), in virtù dell’alta velocità dei veicoli che le percorrono e dell’assenza di corsie dedicate; un rischio peraltro – quello di circolare su questi nastri d’asfalto – che riguarda anche i pedoni, in specie quelli che salgono e scendono dai bus di linea lungo la SS 9 in concomitanza con la zona dei centri commerciali di San Giuliano. Occorrerebbe uno sforzo sovracomunale di progettualità per intervenire con efficacia, con i centri interessati seduti a un solo tavolo insieme a Città metropolitana e Regione Lombardia, ma sin qui non ci pare che si stia muovendo concretamente qualcosa. Eppure, un’adeguata promozione dell’uso della mobilità dolce, unitamente a quella del trasporto pubblico su rotaia (o elettrico), andrebbe nella direzione non più rinviabile di una riduzione progressiva del carico inquinante della circolazione. A quando un piano d’azione complessivo nel Sudmilano?

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