Il patrono dei giornalisti - La prudenza delle parole come antidoto all’odio dei social

La riflessione del direttore de «il Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Nel giorno in cui si fa memoria del loro patrono, San Francesco di Sales, i giornalisti lodigiani sono invitati alla Santa Messa presieduta oggi - mercoledì 24 gennaio - alle 11 dal vescovo Maurizio nella cripta della cattedrale, insieme agli altri operatori del mondo della comunicazione e nel ricordo del 35esimo anniversario della nascita de «il Cittadino» quotidiano, il cui primo numero è uscito il 26 gennaio 1989.

Papa Francesco: «La società e i social accentuano la violenza delle parole»

L’appuntamento di oggi vuole essere un momento di condivisione e di riflessione sul ruolo di chi fa informazione e sull’importanza di trasmettere messaggi che non si limitino a inseguire lo scandalo del momento. Ma quest’anno la riflessione arriva ancora più opportuna e necessaria, alla luce degli ultimi tristi fatti di cronaca di Sant’Angelo Lodigiano che hanno scosso e intimamente turbato la nostra comunità. E allora è necessario tornare a delineare gli esatti confini tra l’informazione vera e verificata - l’anima del giornalismo - e il chiacchiericcio che si sviluppa sui social network, talvolta violento e incontrollato. Pochi giorni fa Papa Francesco, in occasione della Domenica della Parola, ha avvertito come «la società e i social accentuano la violenza delle parole» e ha invitato a stringersi «alla mitezza della Parola che salva, che è mite, che non fa rumore, che entra nel cuore».

Viviamo nella società dell’informazione, siamo sempre connessi ed esposti a un flusso ininterrotto di notizie e di stimoli. Ma la crescente commistione che si registra sulle piattaforme social, anche dietro la spinta della pubblicità, rischia di disorientare i lettori meno attenti e di far passare informazioni create ad arte e senza controllo (oggi diremmo fake news) per notizie vere e verificate. È un rischio reale, per la democrazia e la convivenza civile, dal quale mettere al riparo soprattutto le nuove generazioni.

Papa Francesco: «la prudenza e la semplicità sono due ingredienti educativi basilari per orientarsi nella complessità di oggi, specialmente del web, dov’è necessario non essere ingenui e, allo stesso tempo, non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio»

Così come siamo di fronte a un altro rischio potenzialmente letale, quell’imbarbarimento del linguaggio che va di pari passo alla morbosa attenzione per le vicende personali. Lo abbiamo visto pochi giorni fa con il triste episodio di Sant’Angelo Lodigiano. Papa Francesco, in occasione dell’incontro con la stampa cattolica lo scorso novembre, ha evidenziato come «la prudenza e la semplicità sono due ingredienti educativi basilari per orientarsi nella complessità di oggi, specialmente del web, dov’è necessario non essere ingenui e, allo stesso tempo, non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio». E ha esortato i giornalisti a non dare «solo la notizia del momento, che si brucia facilmente», ma a veicolare «una visione umana e una visione cristiana volta a formare le menti e i cuori, perché non si lascino deformare dalle parole urlate o da cronache che, passando con curiosità morbosa dal nero al rosa, trascurano la limpidità del bianco».

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