IL COMMENTO Una vicenda tristissima,
anche la 13enne è una vittima

Segnalata per le aggressioni a due ragazzine

Quando lo scorso settembre abbiamo ricevuto in redazione i video che mostravano i pestaggi di cui si sono occupati i carabinieri ci siamo posti tre domande. La prima: come è possibile che questi filmati girassero liberamente tra i ragazzini, poco più che bambini, di Lodi, e soprattutto siamo consapevoli noi adulti che esiste una rete di comunicazione tramite social che mette in contatto gli adolescenti senza che noi quasi ce ne accorgiamo?

La seconda domanda: come è possibile che questi ragazzini adottino modalità di comportamento così violente? I filmati non mostravano una semplice rissa, un banale litigio, ma un vero e proprio pestaggio, con le vittime inermi.

Terza domanda: come è possibile che in tutti i video che abbiamo potuto visionare non ci sia mai l’intervento di un adulto? Eppure in un caso il pestaggio è avvenuto in pieno giorno all’esterno di un fast food di Lodi (il Burger King), praticamente a pochi passi dalla Coop, in una zona frequentata ogni giorno da migliaia di persone. In un altro caso l’aggressione avviene la sera, ma sui Passeggi, a pochi metri dal centro storico di Lodi e dalla questura.

I video - da cui avevamo estratto qualche fotogramma in occasione della nostra inchiesta di settembre - fanno male. Perché mostrano vittime prese di mira in maniera brutale e selvaggia. Perché il tutto avviene tra ragazzine e con una modalità che solitamente ci aspetteremmo di rintracciare nel mondo degli adulti. E perché, in fondo, in questa tristissima storia, le vittime sono più d’una. Certamente le adolescenti picchiate. Ma anche la 13enne che è stata segnalata alla procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Milano. Perché a 13 anni, con tutta la vita davanti, deve essere davvero difficile gestire tutta questa rabbia, forse inconsapevole, espressa nei pestaggi. E dunque lo diciamo sommessamente, con estremo rispetto per le ragazzine picchiate: in questa bruttissima storia anche la 13enne “picchiatrice” è una vittima e una società che si dice civile non può permettersi di perderla. È una ragazzina, poco più che bambina, da aiutare. Per farle capire che il mondo, li fuori, è un po’ meno orribile di quello che viene descritto dai filmati arrivati sulle scrivanie dei carabinieri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA