I problemi pratici dei lodigiani e le grandi sfide del futuro

Ci sono due modi di raccontare la città di Lodi. Il primo è quello che emerge dalle lettere inviate a questo quotidiano quasi a cadenza giornaliera, che disegnano una cittadina piena di magagne e con tanti problemi pratici che da molto tempo attendono una soluzione definitiva.

Le innumerevoli segnalazioni che hanno caratterizzato il periodo delle recenti feste di fine anno, concentrate in particolare sui problemi legati al traffico cittadino e la (non) gestione dei rifiuti urbani, per non parlare di sicurezza (furti, danneggiamenti, droga, uso smodato di alcol) e integrazione, sono, sotto quest’aspetto, esempi evidenti di ciò che si aspettano i cittadini da un’amministrazione sensibile e attenta verso queste questioni.

Intendiamoci, sono tutti temi che assillano indistintamente un po’ tutte le città, iniziando da quelle più grandi, ma che sempre più si fanno sentire anche nei piccoli centri di provincia e nei minuscoli agglomerati che caratterizzano il territorio lodigiano.

Poi, fortunatamente, esiste un’altra visione di Lodi città. Forse più difficile da decifrare ma che lascia spazio alla possibilità che le cose possano presto cambiare in meglio. È, questa, la città che si sta interrogando e lavorando sottotraccia per far emergere le cose belle che dovrebbero caratterizzarla nel prossimo futuro: il nuovo Museo Civico (L’Opificio della cultura, nella foto il rendering) all’ex Linificio, con tutto il corollario che ne consegue, il completo recupero della “Cavallerizza”, la “Lodi Murata”, il nuovo “Lido” oltre il ponte napoleonico che sorgerà dalle ceneri dell’ex piscina Ferrabini, senza dimenticare la rinascita di “Adda Nostra” e del Parco dell’Isola Carolina.

Tutti potenziali progetti (alcuni in avanzato stato di realizzazione) in grado, se realizzati in tempi ragionevoli, di certificare la rinascita di una città che, seppur piccola, ambisca a giocare un importante ruolo ben oltre il ristretto territorio provinciale.

Di particolare significato che sia il fatto culturale a legare un po’ tutte queste suggestioni.

Certamente non vanno dimenticati i tanti problemi pratici accennati all’inizio di questo breve intervento. Tantomeno, vanno trascurate le autorevoli e competenti voci che ultimamente hanno messo in luce i punti critici dei grandiosi progetti della Lodi futura, concentrando l’attenzione in particolare sulla gestione finanziaria dell’Opificio della Cultura, senza peraltro metterne in dubbio la sua valenza intrinseca.

Soffermandoci ancora su questo grandioso progetto, ci sembra particolarmente indicativo che l’idea ex Linificio come contenitore culturale cittadino sia appoggiato da tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale. Se l’amministrazione precedente ha messo le basi per ottenere i fondi del Pnrr per il suo completo recupero, quella attuale ne ha raccolto l’eredità decidendo di andare avanti nel progetto pur nella consapevolezza delle enormi difficoltà da affrontare per portare a termine quello che a molti è sembrato un azzardo e un sogno impossibile.

Se s’immagina che tutto ciò possa servire come motore e collante della struttura sociale e culturale cittadina, allora ne sarà valsa la pena e la sfida sarà vinta. D’altronde, come ebbe a scrivere Dacia Maraini, «la mancanza di immaginazione è un lutto della mente». Inoltre, come molti esperti sostengono, investire in cultura è il business del futuro. Speriamo che lo sia anche per la nostra piccola Lodi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA