Gli alberi delle nostre città meritano più attenzione

Piaantare alberi, come tagliarli, non è né di destra né di sinistra. Ma saperlo fare bene, con amore e cura della vita e del bene comune, è frutto di scelte politiche sagge e lungimiranti. È certamente positivo il fatto che in questi ultimi anni sia cresciuta sensibilità e attenzione verso le altre forme di vita che popolano le città e i paesi: animali domestici, uccelli, piante, arbusti e fiori. Quando il Consorzio Muzza abbatteva tutti i filari lungo le rogge, il Comune di Lodi proponeva il ricambio di più di cento piante al Parco dell’Isola Carolina o il Comune di Lodi Vecchio per costruire in un parco urbano la caserma dei carabinieri e tanti altri di allargare strade e disegnare rotatorie tagliando alberi ad alto fusto, è iniziata la rivolta dell’opinione pubblica. Bene.

Ma protestare all’ultimo momento contro il taglio non basta. La cura del verde inizia prima, quando si progetta come mettere a dimora le giovani piante a fine autunno, proprio in questa stagione: in Italia la prima “Festa dell’Albero” fu celebrata nel 1898 per iniziativa dal Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli. Poi dimenticata nel dopoguerra, venne ripresa trentacinque anni fa da Legambiente e infine sancita con Legge del 14 gennaio 2013 dal Ministero dell’Ambiente. E proprio Legambiente a Lodi ha deciso, insieme alla piantumazione, di chiedere ai cittadini, alle famiglie che abitano nei pressi di adottarli, di informarci nei prossimi anni sul loro stato di salute, di innaffiarli quando occorre, di controllare che le società di manutenzione del verde ne abbiamo attenzione, evitino le eccessive potature, di ferire inutilmente gli alberi.

Come gli umani scelgono la propria casa, non si piantano alberi a caso: pianteremo pochi carpini, aceri campestri, querce, olmi, frassini a distanza ottimale tra loro, pensando a come poi cresceranno, al terreno dove affonderanno le radici, all’ombra e al fresco che terranno d’estate e alla luce che lasceranno passare d’inverno. La vita si progetta, almeno con la stessa attenzione delle case e dei manufatti. La vita ha bisogno di cura e attenzione periodica, come le strade, le auto e i marciapiedi.

Quando si piantano alberi lungo le linee ferroviarie si deve sapere che le piante ad alto fusto, come i platani di viale Trento Trieste a Lodi, si condannano a morte prematura, perché per legge sono permessi alberi non più alti di 6 metri. Ora non resta che iniziare a tagliare per prime le piante malate e cresciute troppo. Lo stesso è accaduto per le piante lungo di via Gabiano, utile barriera verde tra ferrovia e abitazioni: ma le barriere verdi si progettano con terrapieni, arbusti ed alberi rivolti verso le case e schermi e pannelli solari di fronte ai treni. Fa bene il Comune di Lodi a coinvolgere i residenti nella progettazione del verde al Parco dell’Isolabella come all’Isola Carolina.

Infine, come tutti gli esseri viventi anche gli alberi hanno diritto di ammalarsi e morire: non potendo interpellarli, non resta che rivolgersi a chi ne ha esperienza e scienza, affidandosi al giardiniere e all’agronomo come al dottore di fiducia.n

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