Emergenza climatica, una vittoria di Pirro

Il commento di Daniele Bellocchio

Si è conclusa la conferenza sul clima Cop27 a Sharm el Sheik in Egitto. La riunione è stata caratterizzata da molte tensioni ed estenuanti trattative ma, alla fine, l’accordo tra i partecipanti c’è stato anche se non dà ampio spazio agli ottimismi perché nella dichiarazione finale non si è giunti a uno stop sull’utilizzo dei combustibili fossili. La nota positiva dell’incontro è stata l’istituzione di un fondo per il Loss and damage, ovvero la creazione di un fondo di compensazione per rimediare ai danni provocati dal cambiamento climatico negli stati sottosviluppati. Una decisione che ha fatto esultare i Paesi africani e che è arrivata dopo 30 anni di discussioni e che prevede che UE, USA, Giappone, Canada, Australia e Nuova Zelanda, in quanto responsabili delle emissioni, siano loro a sostenere gli oneri per il risarcimento delle nazioni del terzo mondo.

Se questo risultato è un successo però rimane una vittoria di Pirro dal momento che, a causa dell’ostruzionismo dell’Arabia Saudita e dei paesi produttori di gas e petrolio, non si sono fatti progressi in merito alla riduzione dei combustibili fossili rispetto a quanto detto alla Cop26 di Glasgow dell’anno scorso, e quindi impegnarsi nel risolvere le conseguenze senza arginare le cause rischia di tradursi in una politica fallimentare che vanifica anche l’utilità dei fondi stanziati per il Loss and damage. Ad oggi l’impegno rimane quello di mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto degli 1,5° C rispetto al periodo preindustriale. Con le attuali politiche adottate dai vari paesi si stima che l’aumento della temperatura media globale oscillerà invece tra i 2,1-2,9° C in questo secolo, sempre rispetto ai livelli preindustriali. Per portare le temperature al di sotto del 1,5° C occorrerebbe almeno dimezzare le emissioni di gas: obiettivo però impossibile da realizzare al momento considerando anche come si è conclusa la conferenza sul clima. E una sintesi efficace di questa Cop27 l’ha fatta Mariagrzia Midulla, responsabile clima ed energia per il WWF Italia, che ha dichiarato: «L’accordo sul Loss&damage è un passo positivo, ma rischia di diventare un fondo per la fine del mondo se i Paesi non si muoveranno molto più velocemente per ridurre le emissioni e limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5°C».

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