Condevo, i costi sociali delle politiche ecologiste della Ue

La recente approvazione della Direttiva EPBD, conosciuta come Direttiva Case Green, ha portato a un’intensa discussione sul futuro delle caldaie a gas in Europa.

La direttiva stabilisce che dal 2040 non sarà più possibile installare nuove caldaie a gas metano e GPL, spingendo verso un’accelerazione della transizione ecologica.

Per aziende come la Condevo SPA (di Marudo, ndr), (o Riello SPA), questo cambiamento normativo ha avuto ripercussioni immediate. La necessità di adeguarsi alle nuove regolamentazioni ha portato a decisioni drastiche e difficili: un licenziamento collettivo che vedrà 34 lavoratori della Condevo lasciare l’azienda entro pochi giorni.

Questo scenario solleva questioni importanti sulla transizione verso un’economia più verde e sulle sue implicazioni per il mercato del lavoro.

Mentre l’Europa si muove verso la decarbonizzazione e l’efficienza energetica, è fondamentale considerare anche il destino dei lavoratori.

La Condevo SPA si trova di fronte a una sfida: come navigare in questo cambiamento mantenendo la sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale ed economica?

La risposta sarebbe potuta essere l’innovazione e nella riconversione industriale e professionale.

Già 10 anni fa Condevo Spa si convertì per produrre componentistica per caldaie a condensazione di ultima generazione, già predisposte per l’utilizzo di combustibili misti come il biometano e l’idrogeno.

Oggi l’azienda ha deciso di arrendersi. Si limiterà ha garantire prodotti di ricambio riducendo il personale.

È incredibile che non ci siano ammortizzatori sociali per affrontare il disagio sociale dei lavoratori Condevo.

Il caso della Condevo SPA è un esempio del più ampio dibattito sulla transizione ecologica. È un promemoria che, mentre ci muoviamo verso un futuro più sostenibile, dobbiamo anche assicurarci che nessuno venga lasciato indietro.

Giuseppe Rossi

Segretario generale Fim Cisl Pavia Lodi