Un terremoto in Confagricoltura Lodi-Milano: si dimette il neo presidente

Amedeo Cattaneo eletto solo a luglio: «Qualcuno rema contro»

Si è dimesso dalla presidenza di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza Brianza, Amedeo Cattaneo, eletto presidente solo a luglio. Rimane in carica per l’ordinaria amministrazione, in attesa di trovare il nuovo assetto e il nuovo nome per il vertice di una delle unioni territoriali più importanti d’Italia. Anche il consiglio di lunedì sera non ha dato esito, nonostante le dimissioni risalgano a fine agosto.

Ma forse non è detta l’ultima parola. «Io mi sono proposto, ho sempre lavorato e voglio lavorare per il bene degli associati e di Confagricoltura – spiega Amedeo Cattaneo -. Mi considero un uomo di condivisione ed inclusione, ma l’unità deve essere reale. Volevo portare avanti alcuni progetti d’innovazione, e avevo individuato la nuova figura di direttore che potesse aiutarmi in questo percorso, visto che lo storico direttore Luigi Curti è in procinto di lasciare. Ma il Comitato non ha appoggiato la mia scelta. Questa è stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché è stata l’ennesima dimostrazione che qualcuno rema contro. Da qui le mie dimissioni, ma l’obiettivo rimane sempre e comunque il bene dell’associazione: se ci saranno condizioni diverse, porterò avanti ancora il progetto. Se invece le condizioni non ci saranno, allora si troverà qualcun altro con un altro progetto».

Cattaneo non vuole aizzare ulteriori polemiche, ma pur senza dirlo apertamente, il suo sembra un aut aut nei confronti di chi gli ha messo i bastoni tra le ruote all’interno del direttivo di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza Brianza, e forse i giochi non sono ancora conclusi, anche se le dimissioni sono sul tavolo. Del resto, le parole con cui le annunciava nella lettera ai soci lasciano pochi dubbi: «Purtroppo, persone non sincere, che antepongono i desideri personali all’interesse comune, hanno cercato di costringermi a operare contro i principi di correttezza, onestà e buona gestione che ho sempre ricercato. Ho fatto proposte motivate e costruttive, ma mi sono sentito rispondere un diniego, motivato solo dal desiderio di appropriarsi di posizioni di potere che avrebbero danneggiato, anche economicamente, gli associati. Sono stato lasciato completamente solo, in particolare modo da chi, collaborando nella fase elettorale, aveva dichiarato vicinanza di intenti. In questa situazione mi è stato impossibile un confronto civile. Ho assistito anzi a momenti di estrema maleducazione».

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