Truffa dei diamanti, i trecento i lodigiani coinvolti riavranno le loro pietre

A luglio intanto si è aperto il procedimento che vede imputate 105 persone, 4 banche e la società Idb che li commercializzava (ora fallita)

Caso diamanti, almeno i 300 lodigiani seguiti da Federconsumatori hanno già ottenuto un rimborso da parte delle banche venditrici (per conto delle società) e ora stanno per rientrare in possesso dei loro diamanti. Acquistati tra il 2011 e il 2016 in banca come “investimento sicuro” e rivelatisi poi invece una vera e propria truffa, venduti al doppio del loro valore. Per questo a luglio è stato avviato davanti il giudice per le udienze preliminari il maxi-processo con imputati 105 tra manager e dipendenti delle banche e delle società commerciali responsabili delle vendite, quattro banche, Banco Popolare oggi Banco Bpm, Banca Aletti, Unicredit, Montepaschi e la società Idb che commercializzava i diamanti (nel frattempo fallita). Intesa San Paolo e Dpi, l’altra società che commercializzava le pietre, hanno già patteggiato.Il rimborso è stato compreso tra il 50 e il 60 per cento circa del valore d’acquisto, con un riconoscimento inversamente proporzionale in percentuale rispetto alla somma investita, secondo il principio di tutelare i piccoli risparmiatori più di coloro che hanno investito grandi somme. Quasi tutti gli assistiti Federconsumatori hanno già ricevuto i rimborsi entro la fine del 2020, eccetto pochi che hanno contestato tramite contenzioso legale le cifre che erano state loro riconosciute. Nessuno però conosce i reali numeri dei truffati.n

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