Manifattura e settore logistico spingono il mercato del lavoro nel Lodigiano

Fulvio Pandini, presidente del Comitato di Lodi di Assolombarda, indica le aree che più alimentano l’offerta di occupazione in provincia

Manifattura e logistica alimentano le offerte di lavoro in provincia di Lodi ma non sempre intercettano profili professionali adeguati. Lo sostiene Fulvio Pandini, presidente del Comitato di Lodi di Assolombarda.

Presidente, quali sono le figure professionali più ricercate sul territorio? Quali le difficoltà nel reperirle?

«Le imprese lodigiane hanno bisogno di ingegneri, analisti informatici, specialisti del marketing e della pubblicità, ma anche di personale non qualificato, soprattutto nel settore della movimentazione delle merci. Inoltre, tra le figure tecniche, sono richiesti profili in ambito amministrazione e progettazione industriale, mentre tra i “colletti blu” si cercano installatori, manutentori, assemblatori. Questo quadro, ricostruito sulla base dagli 8mila annunci di lavoro pubblicati nel 2022 su web dalle aziende, riflette il peso importante nell’economia locale del manifatturiero, dei servizi alle imprese e della logistica. I dati che ci arrivano dall’indagine Excelsior sulle difficoltà incontrate dalle stesse nel reperire specifici profili disegnano invece una mappa dei possibili mismatch tra domanda e offerta. Infatti, le maggiori difficoltà di reperimento riguardano proprio le figure manageriali e specialistiche. Il 54,5% dei candidati è introvabile, con punte del 70% per gli specialisti di informatica. Ancor più difficile trovare sul mercato installatori, manutentori, fabbri e costruttori di utensili che sfiorano il 75%».

Quali le competenze richieste oggi dalle imprese? Quali le skill maggiormente spendibili sul mercato?

«Più di un annuncio su 4 da parte delle aziende lodigiane richiede la conoscenza delle lingue e l’utilizzo dei sistemi informatici d’ufficio. Ma tra le competenze più ricercate vi sono il problem solving e la gestione del tempo, fondamentali in una realtà complessa e in continuo cambiamento. Sono importanti la capacità di adattamento e la flessibilità, ma anche saper fare gioco di squadra».

L’aspetto remunerativo rappresenta un ostacolo?

«Scontiamo un costo del lavoro molto elevato, superiore di 4 punti a quello medio dell’Eurozona. Le misure per la riduzione del cuneo fiscale per noi sono fondamentali, per riuscire ad alzare i salari e avere un mercato del lavoro più competitivo. Ma l’aspetto remunerativo per i giovani d’oggi non è sufficiente. Cercano un’occupazione in un ambiente innovativo e digitale, che sappia valorizzare identità personale e competenze, un giusto equilibrio tra vita privata e lavoro. Su questi fronti le imprese stanno lavorando per sviluppare modelli innovativi di organizzazione del lavoro. I progetti di welfare aziendale, l’utilizzo dello smart working, flessibilità per un bilanciamento tra vita e lavoro, ne sono un chiaro esempio».

Con industria 4.0 come è cambiato il mercato del lavoro?

«Industria 4.0 ha spostato il confronto competitivo su nuove dimensioni: qualità del prodotto, varietà e differenziazione produttiva, capacità di far fronte a nuove domande di mercato in tempi brevi e con modalità del tutto nuove. Un’evoluzione sostenuta da tecnologie e soluzioni innovative come l’internet of things, il cloud computing, i big data, l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata, la robotica. Il fattore umano assume una sempre maggiore centralità: sono i professionisti della conoscenza il motore dello sviluppo delle organizzazioni. Ai lavoratori vengono richieste capacità di leggere i fenomeni nella loro complessità con un approccio interdisciplinare, oltre che di sviluppare nuove capacità professionali».

Formazione. Qual è la situazione nel Lodigiano? Su quali scuole puntare? Cosa occorre rafforzare?

Bisogna puntare sulla formazione tecnica e professionale. Sul territorio esistono istituti tecnici e centri di formazione professionale di qualità, con cui le nostre aziende, e Assolombarda direttamente, hanno buoni rapporti di collaborazione. Vi sono poi le attività di orientamento verso le professioni tecniche e i “mestieri” manifatturieri, ma anche di aggiornamento degli indirizzi tecnici delle scuole superiori. Andrebbe rafforzato il canale terziario professionalizzante (università e ITS), oggi poco presente sul territorio se non in relazione al comparto agroalimentare. Pensiamo in particolare a percorsi post diploma annuali (gli IFTS) che potrebbero formare le figure specialistiche per il comparto meccatronico, cosmetico e chimico-farmaceutico. E che si collocherebbero in continuità con analoghi percorsi già finanziati e sostenuti da Assolombarda sul packaging cosmetico, sulla logistica e sull’amministrazione d’azienda».

Raccordo scuola-impresa. PCTO. Cosa occorre migliorare?

«L’impresa è senza dubbio un luogo di crescita e formazione delle risorse umane. Occorre dunque da una parte rilanciare l’alternanza scuola-lavoro e dall’altro utilizzare meglio gli strumenti di collaborazione con il sistema educativo come l’apprendistato di primo livello e i tirocini curriculari e altre forme di sinergia. Assolombarda ha creato un apposito servizio, il Desk Competenze e professionalità, per supportare le imprese nel comprendere in maniera adeguata il proprio fabbisogno di competenze, individuare il percorso formativo più idoneo per le professionalità coerenti con le competenze ricercate, identificare le istituzioni formative (scuole, università, ITS ed enti di formazione professionale) a cui rivolgersi».

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