Lombardia, piccole e medie imprese a rischio per inflazione e tassi

Nel rapporto Confindustria - Cerved i dati sugli ultimi bilanci che dovrebbero far riflettere la politica

L’incertezza sul fronte degli investimenti; il persistere dell’inflazione, il costante rialzo dei tassi da parte della Bce, il costo del debito che cresce. E, in sostanza, il timore che dopo la cavalcata post pandemia i prossimi due anni possano segnare il passo. È una fotografia con le luci dell’avvenuta crescita e con le ombre della possibile recessione quella che emerge dal “Rapporto regionale Pmi 2023”, realizzato da Confindustria e Cerved, presentato ieri pomeriggio a Palazzo Lombardia di Milano e basato sui dati di consuntivo dei bilanci aziendali 2021 di 160.000 aziende italiane. L’analisi ci dice che dopo la contrazione dovuta alla pandemia, nel 2021 il numero delle Pmi è tornato a crescere da nord a sud: in Italia del 4,2% rispetto all’anno prima (da 157.025 a 163.551), in Lombardia del 3,3% (da 39.460 a 40.759). Le stime su fatturato e margine operativo lordo nei consuntivi 2022 indicano una sostanziale tenuta, rispettivamente del +2,4 e del + 2,9%. Quelle sul Roe medio (l’indice di bilancio che esprime la redditività del capitale proprio e misura il rendimento del capitale conferito a titolo di rischio, ovvero l’investimento effettuato dagli azionisti nell’impresa) dicono che in Italia si attesterà all’11,4% (in calo di 6 decimi percentuali rispetto al 12% del 2021) e in Lombardia all’11% (in calo dello 0,4%).

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