LODI I prodotti caseari della ex Polenghi Lombardo trascinano la Centrale del Latte d’Italia

I risultati d’esercizio dei primi 9 mesi sono tutti fortemente in rialzo

Il latte ancora in sofferenza, ma i prodotti caseari vanno a gonfie vele e sostengono il Gruppo Centrale del Latte d’Italia e la controllante Newlat Food. Arrivano soddisfazioni economiche dallo stabilimento ex Polenghi Lombardo di Lodi al gruppo agroalimentare guidato da Angelo Mastrolia. Lo certificano i conti dei primi nove mesi dell’anno.

Il gruppo Centrale del Latte d’Italia conta 7 stabilimenti produttivi e circa 650 dipendenti complessivamente, tra cui quello di Lodi con una settantina di lavoratori. I risultati d’esercizio dei primi nove mesi sono tutti fortemente in rialzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente fondamentalmente per l’apporto del ramo milk & dairy, compreso il sito produttivo di Lodi, concesso in affitto dalla controllante Newlat Food a partire da gennaio. Il fatturato sale a 207,6 milioni di euro (135,3 nel 2020), il margine operativo lordo (Ebitda) vale 19,9 milioni di euro (13,6 nel 2020), con l’Ebitda margin in leggera diminuzione dal 10 per cento di un anno fa al 9,6 per cento. Il risultato operativo dei primi nove mesi è di 8 milioni di euro (5,9 milioni nel 2020). Il risultato ante imposte è di 6,5 milioni di euro in crescita da 4,7 milioni, con utile netto di 8,9 milioni di euro in forte aumento rispetto ai 3,3 milioni di euro dei primi nove mesi del 2020 per effetto però del differimento di imposte per 5,1 milioni di euro. Migliora invece la posizione finanziaria netta, -48,5 milioni di euro (-57,9 milioni 2020).

L’operazione di rilancio di Centrale del Latte d’Italia si intravede ma necessita ancora di un percorso lungo. «Considerando il breve lasso di tempo storicamente coperto dal portafoglio ordini della società e le difficoltà ed incertezze della attuale situazione economica globale non risulta agevole formulare previsioni – si legge nella nota dell’azienda che sottolinea comunque «l’ottimo andamento del terzo trimestre e una ripresa del settore Horeca legato al settore normal trade e food services». Nell’ottica di rilancio, «la società continuerà a prestare particolare attenzione al controllo dei costi ed alla gestione finanziaria, al fine di massimizzare la generazione di free cash flow da destinare sia alla crescita organica per via esterna che alla remunerazione degli azionisti».

I dati di Centrale del Latte d’Italia si interpretano meglio ancora con il confronto con i risultati dei primi nove mesi del Gruppo Newlat food. I ricavi sono stati di 452,5 milioni in diminuzione di -2,2 per cento, con Ebitda a 43,5 milioni in calo di -4,3 per cento ed Ebitda margin in linea, 9,6 per cento. I ricavi per business unit mostrano il calo dei prodotti lattieri di -6 per cento, «per effetto dei minori volumi di vendita e di un incremento dell’attività promozionale che ha comportato una diminuzione dei prezzi medi», mentre i prodotti caseari registrano la performance migliore +21 per cento, «come conseguenza di un incremento dei volumi di vendita ed acquisizione di nuova clientela».n

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