LAVORO La Zacchetti di Vidardo cerca personale, ma trovarlo è un miraggio

Decine di colloqui senza esito: «Per un motivo o per l’altro chi si presenta poi si tira indietro»

Avrebbe bisogno di nuovi dipendenti. Ma non li trova. La situazione che sta vivendo l’azienda metalmeccanica “Zacchetti Emilia Maddalena” di Castiraga Vidardo è simile a quella di molte altre del Lodigiano: il lavoro c’è, i volumi di produzione potrebbero aumentare, la manodopera che serve è un miraggio. Attiva dal 1980, l’azienda si occupa di montaggio ed assemblaggio di componenti elettrici per conto di un’importante realtà industriale milanese. Conta venti dipendenti, diciotto donne e due uomini.

Titolare è Emilia Maddalena Zacchetti, moglie del fondatore Giuseppe Bartolotta, scomparso diciassette anni fa. Ad affiancarla nella gestione ci sono le figlie Alessandra ed Elena. «Abbiamo avuto decine di colloqui senza però riuscire a risolvere il problema - spiega Alessandra -. Attualmente facciamo riferimento a quattro agenzie interinali. In questo periodo avremmo bisogno di almeno quattro o cinque persone, meglio se donne perché il lavoro richiede una certa abilità manuale. Cerchiamo risorse affidabili, umili, rispettose e motivate. Requisiti per noi fondamentali. L’esperienza nel settore metalmeccanico è richiesta ma, viste le difficoltà ad acquisire nuova manodopera, non è vincolante. Così come non lo è l’età. Cerchiamo di dare possibilità di lavoro a chiunque dimostri interesse. Tanti colloqui non sono però serviti. Per un motivo o per l’altro, alla fine si tirano quasi tutti indietro. Qualche assunzione negli ultimi anni l’abbiamo fatta grazie al passaparola, ma non è stato facile. Eppure cerchiamo persone da assumere a tempo indeterminato, fatto salvo un periodo di prova».

Ad occuparsi direttamente dei colloqui è la sorella Elena: «Dopo il Covid molte persone sono rimaste a piedi. Si sono presentate in tante, anche provenienti da settori lavorativi completamente diversi dal nostro. Abbiamo cercato di far capire loro che da noi c’è la possibilità di crescere. Purtroppo siamo rimaste deluse. A luglio, per fare un esempio recente, abbiamo assunto una ragazza in prova alla quale, dopo due o tre settimane durante la quale è stata seguita dal nostro personale, abbiamo dato un mese di proroga: dopo due soli giorni di lavoro svolto in autonomia si è messa in malattia fino alla scadenza della proroga. Purtroppo i giovani fanno fatica a mettersi in gioco. Ma è difficile anche trovare persone adulte disposte a cambiare mentalità: c’è chi preferisce i sussidi temporanei piuttosto che un lavoro a tempo indeterminato». Come tutte le aziende d’Italia, anche la Zacchetti si trova a dover fare i conti con il caro energia. «Abbiamo ricevuto bollette maggiorate del 60-70%, un bel problema – dice ancora Elena -. E pensare che con nuove assunzioni potremmo incrementare l’attività, fare tutto quello che ora non riusciamo a fare. Lavorando le stesse ore ma con risultati differenti».

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