IMPRESE Le aziende lodigiane in calo: una flessione del 3% in un anno

Il dato provinciale del terzo trimestre del 2022 è in linea con quello regionale

Nel Lodigiano il numero delle imprese attive è calato del 3% su base annua. Il dato è contenuto nel rapporto demografico di Unioncamere Lombardia relativo al terzo trimestre dell’anno in corso. E si inserisce in un contesto regionale contrassegnato da un forte aumento delle cessazioni di impresa: + 144,3 % (pari a 17.754 unità, 10.000 delle quali cessate d’ufficio) rispetto al terzo trimestre del 2021.

Alla fine dello scorso settembre sul nostro territorio si sono contate 16.052 imprese registrate in Camera di commercio. Di queste, le attive sono risultate 14.059, in calo di 429 unità. Nel solo terzo trimestre le cessazioni a Lodi e provincia sono state 323 (delle quali 192 d’ufficio) mentre le nuove iscrizioni sono risultate 174. Tutto questo dopo che nel secondo trimestre dell’anno in corso era stata registrata una sostanziale stabilità del numero di imprese attive (+0,1%) rispetto al primo trimestre.

In Lombardia, sempre alla fine dello scorso settembre, le imprese attive sono risultate 818.305, in calo dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le flessioni più consistenti si sono avute, oltre che nel Lodigiano, nei territori di Cremona (-3,3%), Lecco (-2,5%) e Bergamo (-2,1%). Stabile è risultata la posizione di Milano, con nessuna variazione percentuale rispetto a settembre 2021.

Sempre a livello regionale, la diminuzione del numero di imprese attive è stata registrata soprattutto nel commercio (-2,6%), nell’industria ( anche qui -2,6%) e nelle attività di alloggio e ristorazione (-1,8%). Nel settore delle costruzioni il calo è stato dell’1,3%, in quello dell’agricoltura dello 0,9%. La voce “altri servizi” è risultata l’unica in crescita: +1,7%. Quanto alle forme giuridiche delle imprese, sono cresciute solo le società di capitali (+3,6% su base annua). Le società di persone e le ditte individuali sono diminuite rispettivamente del 2,5 e del 2,9%.

«L’aumento delle cessazioni d’impresa è un campanello d’allarme - osserva il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio -. Dopo la crisi dovuta alla pandemia, il conflitto in Ucraina e le tensioni sui mercati dell’energia stanno mettendo a dura prova il nostro sistema economico. Se le prospettive continueranno a deteriorarsi, anche la propensione a fare impresa potrebbe risentirne e il fenomeno potrebbe proseguire nei prossimi trimestri».

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