Il superbonus nel Lodigiano spinge l’edilizia: «Ma ora servono più garanzie»

Le nuove norme sulle transazioni preoccupano Confartigianato

Il co mparto delle costruzioni trainato dal sistema dei bonus sviluppa una crescita a doppia cifra in Lombardia, ma o ra il sistema Superbonus rischia di bloccarsi improvvisamente a causa della nuova norma che limita le transazioni legate alla cessione del credito: «Urgente trovare una soluzione», dice Sabrina Baronio, presidente di Confartigianato e membro della giunta di Anaepa Confartigianato, l’associazione di categoria nazionale.

Secondo i dati dell’Osservatorio Flash di Confartigianato Lombardia, in regione la dinamica del fatturato 2020, misurata attraverso l’imponibile Iva delle persone non fisiche (tramite fatturazione elettronica), si attesta a -1,8 per cento rispetto al 2019, meglio della media nazionale a -2,4 per cento. Con i primi otto mesi dell’anno il trend è in forte crescita, +31,5 per cento rispetto al 2020, con la variazione cumulata 2020-2021, fino ad agosto, che segna un recupero di +29,1 per cento. Il traino di questa ripresa è dato dal sistema dei bonus edilizi, che ancora non sembra aver perso slancio: 1 consumatore su 4 a dicembre indicava la volontà di accedervi. Lodi ha registrato finora una spesa in ecobonus edilizi di 64,7 euro per abitante residente contro una media di 76,6 euro in Lombardia. Sul fronte occupazione, Lodi si attende ancora 250 ricerche di personale nei primi tre mesi dell’anno, in lieve rialzo rispetto all’anno scorso, ma ben il 71,6 per cento di queste ricerche si profila difficile per la carenza di personale qualificato. Nonostante l’ottimo impulso, le nuove imprese latitano, -0,6 per cento rispetto al 2019. Nel Lodigiano l’intera filiera della casa conta 3mila 447 imprese, di cui il 45,5 per cento artigiane, 1565, con 6mila 546 addetti, di cui 2mila 979 nelle attività artigiane.

«La difficoltà nel reperimento della manodopera è oggettivo, ed è un problema, al pari dei rincari sui costi energetici e delle materie prime, ma l’emergenza per il sistema ora è un altro – spiega Sabrina Baronio -. L’ultimo decreto di pochi giorni fa impone delle limitazioni alla cessione del credito, non oltre i tre passaggi, per evitare speculazioni. Ma dalla norma non sono stati esclusi gli istituti di credito, che ora stanno rigettando l’acquisto del credito perché non possono più monetizzarlo sul mercato e non possono impegnarsi per 10 anni per cifre troppo cospicue. È necessario un intervento correttivo immediato, perché il rischio è quello di un blocco improvviso e una caduta verticale della domanda ».

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