Icr, un successo “made in Lodi” per un colosso formato famiglia

Ieri mattina il titolare dell’azienda attiva nella cosmetica è intervenuto all’UniTre

La forza dei numeri restituisce il termometro dello straordinario successo di un colosso “made in Lodi”: alle porte del capoluogo, l’Icr (Industrie cosmetiche riunite) porta avanti la passione per il profumo dal 1975, con 600 dipendenti all’attivo, uno stabilimento di 52mila metri quadrati alle porte di Lodi, a Boffalora, un magazzino di 27mila metri quadri a Corte Maggiore, 90mila posti per pallet di componenti e prodotti finiti, 4milioni di litri di produzione e, solo quest’anno, 100 milioni di pezzi prodotti con ordini processati in 117 mercati serviti in tutto il mondo.

L’Icr rappresenta la storia di successo di un’impresa di famiglia che è stata in grado di «carpire l’anima di grandi stilisti e racchiuderla in una boccetta». Nel corso degli anni nascono le prime storiche collaborazioni con Renato Balestra, Nicola Trussardi, Gianni Versace che si identifica nelle fragranze realizzata dall’Icr, e seguono poi Romeo Gigli, Gai Mattiolo, Gianfranco Ferrè e la liaison con Roberto Cavalli, Blumarine e Dsquared fino al determinante ingresso del brand Burgari. Passione, creatività, gusto e raffinatezza hanno coltivato fino a oggi l’intuizione del titolare Roberto Martone che ha avuto la lungimiranza di sostenere la bandiera del made in Italy, per la prima volta nel campo della cosmetica e dei profumi dominato dalla Francia. Dalla creazione delle fragranze, con uno studio interno di ricerca e sviluppo che si occupa anche di “limited edition”, oltre alla produzione, l’Icr porta in seno una divisione acquisti e una logistica che distribuisce prodotti in tutto il mondo, con packaging e imballaggi studiati dalla ditta.

Seguendo le orme del padre, che nel 1940 aveva fondato Marvin, un’azienda specializzata in antibiotici e farmaci, Roberto Martone porta ancora con se gli insegnamenti di papà Vincenzo: «Mio padre mi ha insegnato la costanza nel lavoro - ha detto il titolare che ieri mattina ha incontrato gli studenti dell’Unitre -: la determinazione nel credere in un progetto e portarlo avanti fino alla fine. Questo è un insegnamento che porto ancora con me». Insieme alla figlia Ambra, in veste di vice presidente, e a vari manager che ricoprono mansioni importanti in azienda, l’Icr ha al suo attivo il 74 per cento di dipendenti donne con un’età media che si attesta sui 43 anni. «La qualità per noi rappresenta l’espressione del nostro lavoro e manteniamo il massimo rigore in tutte le fasi della produzione - ha spiegato il titolare -. Nel tempo abbiamo conquistato una serie di certificazioni tra cui anche quella per l’ambiente e la sicurezza dei dipendenti sul posto di lavoro». E, con l'impianto fotovoltaico, ora l’azienda punta sulla sostenibilità grazie alla possibilità di produrre 2milioni di kw/h ogni anno di energia pulita, coprendo il 30 per cento dei consumi dell’azienda. Ma tra i prossimi obiettivi in vista c’è anche l’ampliamento dello stabile con un nuovo magazzino da costruire di 7mila metri quadrati.

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